domenica 17 maggio 2009

Matrix has you

Luce Irigaray, filosofa e femminista belga:

L'equazione E=Mc² è sessuata? Forse sì. Facciamo l'ipotesi che lo sia nella misura in cui essa privilegia la velocità della luce in rapporto ad altre velocità che ci sono vitalmente necessarie. Quello che mi pare indicare la natura sessuata dell'equazione, non è direttamente il suo utilizzo per gli armamenti nucleari, è piuttosto il fatto di aver privilegiato ciò che va più veloce (Parler n’est jamais neutre. Paris: Éditions de Minuit, 1987, p. 110).


Capisco lo stato d'animo della signora, ma dare la colpa ad Einstein mi pare esagerato. Tanto vale allora dire che le leggi di Newton sarebbero un manuale di stupro, poiché in esse è implicita una visione meccaniscistica della natura come indifferente o addirittura consenziente alle violente intrusioni dello scienziato nella sua intimità (ah, è stato detto? pardon).

La citazione comunque è estratta da Imposture intellettuali, di Alan Sokal e Jean Bricmont, un libro fondamentale sui rapporti tra filosofia e scienza. Sokal è un fisico che nel 1996 organizzò una celebre beffa ai danni di una prestigiosa rivista di critica culturale, inviando un saggio nello stile post-moderno tipico della rivista, dal titolo Trasgredire le frontiere: verso un'ermeneutica trasformativa della gravità quantistica, pieno di strafalcioni e affermazioni deliranti (ma non molto più deliranti di quella, autentica, riportata sopra).

Il saggio venne pubblicato senza problemi, consentendo a Sokal, una volta uscito allo scoperto e sputtanati i redattori della rivista (ebbene sì, il mio amico Bifidus non ha inventato nulla), di dare il via ad un corposo dibattito sull'inadeguatezza culturale di certi intellettuali che usano il vocabolario della scienza solo come cortina fumogena per mascherare la confusione delle loro idee (poche).

Oltre a Irigaray, fra gli altri autori cui è dedicato un intero capitolo nel libro, vi sono menti come Jacques Lacan (un autore che Martin Heidegger trovava oscuro!), Julia Kristeva, Gilles Deleuze, Jean Baudrillard e Paul Virilio (i francesi hanno una posizione dominante, come si può vedere). Tutti autori che, come è dimostrato nel libro, amano abusare del linguaggio scientifico producendo inestimabili perle di umorismo involontario: irresistibile ad esempio il passo in cui lo psicanalista Lacan paragona il pene alla radice quadrata di -1 (giuro).

La segnalazione non è proprio freschissima, ma vorrei osservare che qui si tratta dei padri degli odierni complottisti, degli Antonio Marcianò e delle Antonelle Randazzo di oggi, e non solo per il metodo (fuffa pseudoscientifica in funzione di legittimazione di qualsiasi delirio) ma anche per i contenuti, dato che molte di queste filosofie, che possiamo chiamare genericamente post-moderne o post-strutturaliste, non sono altro che un'immensa teoria del complotto.

Si tratta del complotto delle leggi della natura, e quelle del linguaggio e della logica, contro l'uomo, che essendosi liberato in passato delle varie tirannie assolutistiche, adesso vuole spingersi fino ad abolire quelle insopportabili pastoie. Molte femministe ad esempio non tollerano la discriminazione operata da Madre Natura nei confronti del genere umano, arbitrariamente diviso in due tipi separati, e rivendicano la libertà di scegliere il loro sesso (non il loro orientamento sessuale, il che sarebbe fuori discussione, ma proprio la loro identità di genere).

Oppure vi è la convinzione che qualunque discorso facciamo esso non possa che riflettere l'ideologia della cultura dominante, essendo il linguaggio stesso un'espediente del potere per autolegittimarsi. Secondo Roland Barthes "la lingua non è né reazionaria né progressista: è semplicemente fascista, poiché il fascismo non è impedire di dire, ma obbligare a dire". Oppure come diceva Heidegger "noi non parliamo, ma siamo parlati dal linguaggio".

Ne segue che la strada per la propria emancipazione passa attraverso la rinuncia alla logica e al corretto uso della ragione. Il Reverendo Stone (personaggio noto a chi segue le vicende dello sciachimismo nostrano) forse non lo sa, ma i suoi pensieri provengono da quegli illustri antecedenti:

La Matrice per esistere ha bisogno di polarizzarsi poiché il suo potere è determinato dall’esercizio degli opposti. Questo lo si può vedere in ogni aspetto della realtà: tutto ha il suo contrario…giorno/notte, bene/male, alto/basso, ecc… Questo serve a tenerci lontani dall’essenza della realtà stessa che, lungi dall’essere polarizzata, è in realtà unitaria. Tutto infatti è una cosa unica, ad un dato livello di approfondimento. Concezione che persino la fisica di frontiera sta ammettendo.


Quindi è in atto una cospirazione (ordita da chi?) che ci impedisce di vedere l'unitarietà della Natura...

La polarizzazione crea lotta e la lotta crea staticità, come esemplificato magistralmente nell’antico simbolo del tao. Ebbene, anche tra i “cospirazionisti” ed i “debunker” si è instaurata una polarità (peraltro sempre più estrema e virulenta) e così facendo entrambe torniamo ad essere congeniali al sistema. Un po’ come accade per gli anticorpi nel nostro organismo, la Matrice contrappone con infallibile costanza ad ogni singolo pensiero od azione, il suo uguale contrario affinché tutto resti immobile. L’effetto di tutto questo è noto a tutti: due visioni del medesimo fenomeno contrapposte ed arroccate sempre più sulle rispettive posizioni… Così, se da un lato c’è la consapevolezza di essere in qualche modo dei “risvegliati” dalla Matrice, dall’altro c’è la fede indissolubile sulle Maschere della Matrice: illuminismo, razionalismo, scientificità ( o, più opportunamente, scientismo).


Non si capisce bene cosa sia questa Matrice, comunque apprendiamo che essa è responsabile di quelle ignominie che vanno sotto il nome di illuminismo e razionalismo.

L’unica chiave di volta a me nota per uscire da quest’empasse consiste nel sovvertire il Sistema comportandosi in un modo che egli non ha previsto…stupirlo con un comportamento non codificato, non conforme. Certo la sua reazione sarà immediata, ma per qualche istante esso si troverà a dover modificare il piano reale stesso per ripristinare l’equilibrio che lo alimenta.


Ecco, se per caso vedete un tizio per strada che gira nudo dandosi martellate in testa ed emettendo versi incomprensibili, sappiate che è solo il Reverendo Stone che cerca di sovvertire il sistema stupendolo con un comportamento non codificato. Ispirandosi a un blockbuster hollywoodiano.

43 commenti:

  1. Allora non sono io che sono scemo perché trovo Baudrillard scemo! :)

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  2. È quello il vero complotto...

    Tarapia tapioco. Come fosse antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribai con cofandina.

    :)

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  3. Quella del pene come radice quadrata di -1 è solo una delle numerose "perle" di Lacan, che a onor del vero di tanto in tanto aveva anche qualche intuizione interessante. Il problema è andarle a pescare tra le migliaia e migliaia di pagine di trascrizioni dei seminari che i seguaci del suo "culto" hanno fatto pubblicare. Un autore che tratta le sue teorie in maniera maggiormente sintentica e tutto sommato anche abbastanza "simpatica" è Slavoj Zizek, che tra l'altro è un vero e proprio personaggio.

    In generale la fumosità e la tendenza ad usare a sproposito termini derivati dal linguaggio scentifico mi sembra una caratteristica tipica di quasi tutta la filosofia francese del novecento, in particolare, come dicevi tu, della corrente post-moderna (o post-strutturalista che dir si voglia), efficacemente sbeffeggiata da Sokal nella sua famosa provocazione.

    Mi sembra infatti che diradata la cortina fumogena, questi filosofi propongano un discutibile mix di vecchi luoghi comuni marxisti, strutturalismo e idee in fondo anche interessanti, ma sviluppate in maniera molto più chiara e concisa nell'ambito di alcune filosofie orientali.

    Su tutto aleggia abbastanza chiaramente l'ombra del complottismo, in particolare, come hai osservato acutamente tu, quello che considera un "complotto" in sé le leggi della natura, il linguaggio e la logica.

    C'è da dire che anche sul versante opposto spesso c'è un eccesso (a tratti presente anche nel libro di Sokal e Bricmont), che porta molti "addetti ai lavori" di discipline scientifiche a disprezzare la filosofia in quanto tale e a pretendere di voler applicare i loro metodi ad ambiti in cui la cosa ha poco senso, perlomeno allo stato di conoscenze attuali, ma ciò non toglie che la maggior parte di queste teorie oggi molto alla moda siano fuffa.

    P.S. Niccolò, se la cosa può consolarti Baudrillard l'ho sempre trovato abbastanza scemo anch'io. :)

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  4. Anonima (annalisa) ha detto...
    non sono le femministe ma i trans a non "tollerare" la discriminazione operata da Madre Natura nei confronti del genere umano e a rivendicare la libertà di scegliere il proprio sesso, ed essendo figli di tale madre direi anche che ne hanno tutto il diritto. Caro thomas ti scagli contro le veline e contro le femministe...non sarai mica misogeno?

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  5. C'è femminismo e femminismo. Ad esempio c'è la teoria della performatività di Judith Butler, oppure il cyborg femminismo di Donna Haraway, che credo rientrino sufficientemente bene nella mia sommaria descrizione.

    Poi che uno decida di tagliarsi l'uccello a me va benissimo, ma il fatto stesso che occorra un'operazione chirurgica indica che la realtà non è un dettaglio tanto trascurabile.

    E non sono affatto misogino, solo che non intendo fare nulla per dissipare questo sospetto, visto che un blog deve campare di polemiche. Sono già abbastanza deluso per il fatto che nessuno mi ha dato del fascista dopo il post su Rigoberta Menchú.

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  6. nessuno mi ha dato del fascista.
    Me lo aspettavo anch'io, in effetti. Sarà che è più di moda la misoginia.

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  7. a sto punto mettiamoci dentro pure la "teoria della stupidità" di Cipolla.

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  8. porta molti "addetti ai lavori" di discipline scientifiche a disprezzare la filosofia in quanto tale e a pretendere di voler applicare i loro metodi ad ambiti in cui la cosa ha poco senso-

    Boh, dipende... Per esempio, il fatto di avere delle definizioni chiare e precise, convenzionali ma indiscutibili, eviterebbe tante rogne.

    Ad esempio nel nostro caso: cosa vuol dire "sessuato"? Se uno si ferma qui a riflettere, si rende conto che è meglio non proseguire. Non so se e attenersi rigorosamente alle definizioni possa definirsi "metodo scientifico", ma penso che basterebbe per ridurre di parecchio la deforestazione selvaggia per la produzione di carta.

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  9. Sul fatto di avere definizioni chiare e precise sono d'accordo con te, anche se forse non è sempre semplicissimo. Io ce l'avevo più che altro con una certa forma mentis che portata agli estremi finisce per considerare superfluo tutto ciò che non può essere verificato con il metodo scientifico e che spesso conduce ad un utilitarismo estremista.

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  10. Ci sono pure gli eccessi di scientismo, anche se personalmente ritengo più pericolosa la mancanza di rigore, specie se compiaciuta. Come "filosofo" non vorrei mai liquidare l'intera filosofia come inutile, ma mi piace quella che è in grado di dialogare e confrontarsi in modo costruttivo con le discipline scientifiche, invece di opporsi ad esse e magari rivendicare una propria superiorità teoretica.

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  11. "Molte femministe ad esempio non tollerano la discriminazione operata da Madre Natura nei confronti del genere umano, arbitrariamente diviso in due tipi separati, e rivendicano la libertà di scegliere il loro sesso (non il loro orientamento sessuale, il che sarebbe fuori discussione, ma proprio la loro identità di genere)."

    Ma che idiozie che spari, Morton, trovati un lavoro

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  12. Certa gente è proprio permalosa.

    Ad esempio, alcune femministe... ;)

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  13. Non credo che sia una femminista. Vorrei sbagliarmi, ma temo che sia una ripicca per motivi molto più futili e completamente estranei al post in questione.

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  14. Beh, la radice di men uno e' un numero immaginario.
    E che il pene (e la sua invidia) sia alla base di molto immaginario femminile e' dai tempi di Freud che e' assodato (scusate il doppio senso).
    Quindi, l'associazione non e' del tutto a belin di segugio.

    Oltretutto, pensate a quanto in effetti le forme del linguaggio condizionino la nostra percezione della realta'; considerate l'escalmazione "Mi hai rotto il c...".
    Voi primati maschi, notoriamente, non avete il baculum, quindi questa affermazione quale radice epistemologica dovrebbe avere?

    Oppure, si fa riferimento al metodo della scomposizione fattoriale per ricavare la radice di un numero?
    In questo caso si tornerebbe alla radice quadrata di men uno, e tutto quadrerebbe.

    Relativamente alla relativita', credo che potrebbe esservi un errore di traduzione. Forse, il pensiero della Irigaray sarebbe piu' chiaro sostituendo "sessile" a "sessuata": parlando di velocita', il riferimento al movimento e' senz'altro piu' prossimo alla naturale area semantica del soggetto.
    Del resto, e' esperienza comune di chiunque si avvicini allo studio della relativita' speciale lo sperimentare una notevole difficolta' nell'afferrarne il senso.
    Atto questo, dell'afferrare, ostacolato dalla sessilita' dell'oggetto, sfuggente per sua natura e tanto piu' visto le elevate velocita' in gioco.

    Mi trovo profondamente in disaccordo, in fine, con la visione della teoria classica della gravitazione come forma di stupro: questa idea denota una totale mancanza di comprensione delle fondamenta di quella teoria.
    Newton postulava l'azione a distanza, che e' l'esatta antitesi dell'atto sessuale. Si potrebbe giustamente dire che la visione del grnade scienziato era quella dell'amore universale, amore platonico e disincarnato, contrapposta alla gretta visione ondulatoria di Huygens, il quale postulava che la materia si trovi invischiata nei torbidi vortici della passione e soggetta all'assoluto del vincolo temporale.

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  15. Del tedioso libro di Alan Sokal e Jean Bricmont, letto anni or sono, ricordo solo che era alquanto frettoloso superficiale e poco attento agli autori citati e criticati, dimostrando spesso di non comprenderne il quid, fermandosi alla lettera (commettendo in modo assai ridicolo lo stesso fallo che cercavano di smascherare), né il nuovo contesto d'uso di concetti pur ripresi dall'ambito scientifico, ma rivoltati e applicati metaforicamente in altro ambito con esiti talvolta illuminanti talvolta poetici talvolta ermetici talvolta umoristici, ecco mi pare che a questi 2 signori manchi un po' di modestia e soprattutto di umorismo e ironia... troppo seri, senza riuscire ad esserlo fino in fondo, con serietà! per Baudrillard e gli amici francesi ho una certa simpatia, sarà scemo Baudrillard ma è divertente, credo che simplement richiedano una chiave di lettura "diversa" che una volta trovata porta buoni frutti, certo chi non la trova si annoia e non trova niente di interessante, vede solo un gatto che si arrampica su uno specchio e si scopre vedendosi riflesso...

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  16. commettendo in modo assai ridicolo lo stesso fallo che cercavano di smascherare.

    uh, hai detto fallo? ma che volgare.

    P.S. è prevista la possibilità fi firmarsi, anche con un nick qualsiasi: non occorre il codice fiscale.

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  17. non esistono persone innocenti, ma solo gradi diversi di responsabilità (Stieg Larsson)
    Uomini che odiano le donne
    per completezza: degli uomini nei confronti delle donne
    zuccherokandinskj

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  18. Pur riconoscendo che a tratti soffre un po' di quell'atteggiamento ottusamente scientista purtroppo molto comune tra i fisici e i matematici, a me il libro di Sokal e Bricmont sembra comunque piuttosto interessante. Trovo un po' ingenerose le critiche che hanno mosso a Bergson e soprattutto a Feyerabend, ma sui venditori di fumo stile Baudrillard, Deleuze e Guattari sono perfettamente d'accordo con loro.

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  19. La critica al relativismo (Popper, Kuhn, Feyerabend) che nel libro viene fatta, è su un altro piano. Io condivido molte delle critiche, ma non mi sognerei mai di mettere allo stesso livello un Feyerabend (che fra l'altro era simpaticissimo) e un Deleuze. Le sparava grosse, ma si faceva capire e non scriveva supercazzole.

    Per me non si tratta tanto di criticare un certo tipo di pensiero, ma soprattutto di denunciare il lassismo intellettuale di alcuni scribacchini. Ad esempio non credo che i due autori condividano niente di quanto ha scritto Foucault, che però viene risparmiato, forse perché non scriveva le boiate degli altri.

    P.S. Cercando in archivio, sotto l'etichetta "braccia rubate all'agricoltura", vi sarebbe anche un esempio italiano.

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  20. Sì, intendevo soprattutto che le critiche a Feyerabend c'entrano poco con il resto del libro. In generale comunque mi sembra che il suo pensiero venga liquidato quasi sempre in maniera un po' superficiale dagli "scienziati", come se ci fosse una sorta di antipatia pregiudiziale nei suoi confronti. D'altra parte uno che passa più di metà della sua carriera a criticare il metodo scientifico è difficile che possa godere di grandi simpatie nell'ambiente.

    Deleuze da solo ha scritto anche qualcosa di interessante, il peggiore di tutti è il suo socio Guattari. L'Anti-Edipo penso sia uno dei più grandi ammassi di fregnacce partoriti dalla filosofia del Novecento. E pensare che un'intera generazione è stata influenzata da quella roba. Lo conservo solo per farmi due risate aprendolo a caso di tanto in tanto. :P

    Foucault è già su un altro livello, perlomeno come stile, anche se leggerlo mi procura facilmente l'abbiocco. :)

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  21. "Molte femministe [..] rivendicano la libertà di scegliere il loro sesso" bè ma non s'era detto che "una donna ha il diritto di essere quello che vuole"? (così come, presumo, un uomo?) Occhio alla bivalenza .. :-)

    Quanto a certe fumisticherie dei continentali, c'è da dire che sono ampiamente bilanciate da certe banalità degli analitici. E non liquiderei Heidegger proprio così, su due piedi ..

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  22. bè ma non s'era detto che "una donna ha il diritto di essere quello che vuole"?Una cosa sono i diritti, un'altra le possibilità offerte dalla natura. A me piacerebbe avere i poteri dei Fantastici Quattro, ma non ne faccio una battaglia per i miei diritti.

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  23. Una cosa sono i diritti, un'altra le possibilità offerte dalla natura.La natura offre ben poca resistenza a chi, nato donna, voglia trasformarsi in uomo. Si chiamano transessuali, e hanno diritto al suo e al nostro rispetto. Al contrario, lei non potrebbe trasformarsi in nessuno dei Magnifici Quattro, se non forse nell'uomo torcia nel caso in cui si desse fuoco, cosa che non le consiglio. Sull'inesistenza di un determinato biologico nell'identità femminile ha detto bene la Beauvoir. Stia attento a non cadere nel vizio dell'entificazione che è tipico di tanto facile scientismo.

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  24. Si chiamano transessuali, e hanno diritto al suo e al nostro rispetto.

    Ce l'hanno, e senza alcuna riserva. Ma come ho già detto qualche commento sopra, la trasformazione del proprio corpo tramite la chirurgia implica una certa resistenza da parte di una cosa che si chiama "realtà". Quella che alcuni si ostinano a chiamare "determinismo biologico", negandone l'esistenza.

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  25. Sono proprio cose come questa che dovrebbero convincerla del primato della cultura sulla natura, di quello dell'esistenza sull'essenza, dell'essere l'uomo la misura di tutte le cose, come disse quel tale tanti anni fa

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  26. scusate, ma fino a definizione contraria il concetto di uomo/donna è biologico, più che... di diritto(?)

    ed è un fatto biologico che una donna non è semplicemente un uomo a cui è stato estirpato il cazzo (o subito operazioni simili)!

    per esempio, ognuno di noi ha miliardi di cellule, ognuna delle quali ha un dna maschile (XY) o femminile (XX) (salvo malattie genetiche): non è una caratteristica biologica che siamo in grado di modificare. Quindi, al momento, un essere umano mantiene il proprio sesso dalla nascita fino alla morte.

    riconoscere questo fatto non dovrebbe essere considerato una lesione dei diritti altrui(!)

    mi fa un po' specie leggere paragrafi del tipo:

    "La natura offre ben poca resistenza a chi, nato donna, voglia trasformarsi in uomo. Si chiamano transessuali, e hanno diritto al suo e al nostro rispetto."

    sembra quasi che anonimo confonda il "potere" nel senso di "possibile" con il potere nel senso di "non è vietato".

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  27. @federico, se alcuni individui col cromosoma X si ritengono psicologicamente identici alla maggior parte di quelli col cromosoma Y e ne vogliono acquistare il fenotipo anche a costo di un'operazione chirurgica, quale conclusione se ne può trarre? Non che la biologia non esiste (ci mancherebbe), ma che non determina ciò che l'autore di questo blog ritiene possa determinare.

    Per il resto, qualsiasi manuale di logica deontica le spiegherà che "possibile" è uguale a "non vietato".

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  28. Se posso umilmente (è un campo totalmente estraneo alle mie conoscenze): mi pare che Thomas avesse in mente le veterofemministe che "non mi depilo perché all'uomo DEVE piacere anche così" e "sono donna, ma se voglio, posso pisciare in piedi, dunque NON c'è nessuna differenza nemmeno fisica tra uomo e donna", e non avesse in mente chi, invece, per uno scherzo del DNA si ritrova un'anima femminile in un corpo maschile o viceversa. E non cominciamo con l'esistenza dell'anima adesso, eh? :-)

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  29. Non intendo certo togliere nulla al diritto di chicchessia di fare ciò che più gli aggrada del suo corpo e della sua immagine (la mia personale posizione sul concetto di libertà resta quella, vecchiotta ma concisa, che vuole che il limite alla libertà dell'individuo nasca solo nel momento in cui lede la libertà di un altro).

    Ma non mi si venga a dire che tagliarsi gli attributi o farseli innestare fa di un uomo una donna o viceversa. Dice bene Federico: così, diventi un uomo che sembra morfologicamente una donna o una donna che sembra morfologicamente un uomo.

    Puro aspetto estetico. Tutto lì.

    Non scomodiamo nemmeno il concetto di fenotipo, che è comunque qualcosa di diverso ed espressione di quegli stessi geni di cui si vuol negare la presenza stessa.

    Vero è semmai, che quel sentirsi appartenere a un sesso diverso da quello che il caso e le leggi di natura ci hanno destinati, fa la differenza.

    Ma si entra nel campo più sottile e raffinato dell'emozione, del sentimento, dell'anima umana.
    Certo non in quello dell'appartenenza biologica.

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  30. Sono già abbastanza deluso per il fatto che nessuno mi ha dato del fascista dopo il post su Rigoberta Menchú.Sarà che non ne vali proprio la pena? ;)

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  31. Anche Feyerabend, a mio avviso, è più che criticabile in vari punti, e sono convinto che lo stesso Lakatos, in molti aspetti, abbia fornito buoni elementi per una critica delle posizioni "dadaiste".
    La differenza è che la "provocazione" di Feyerabend (per quanto scorretta in vari punti) partiva da una discreta conoscenza del metodo scientifico. Da quello che scrivono i vari Baudrillard, Lacan Deleuze etc. è evidente che di scienza e metodo scientifico ne sapevano (o sanno) ben poco.

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  32. Scopro questo blog per caso e vorrei senz'altro esprimere il mio apprezzamento per lo stile e la preparazione del padrone di casa.

    Lo spazio limitato ed il rispetto dovuto all'ospite mi impongono di essere sbrigativo - compito difficile, ma che cercherò di assolvere. Vorrei snocciolare alcune "etichette" per infondere in chi legge almeno un'idea grossolana della mia personale posizione filosofica: platonista matematico, filosolipsista, analitico di rito neopositivista ed irrimediabilmente attratto da Husserl.

    Credo a questo punto inutile aggiungere che ogni forma di dissennato relativismo costituisca uno dei miei peggiori incubi...

    Su questo tema specifico, confesso di aver trovato a suo tempo godibilissima (e necessaria) la beffa di Sokal e l'iperfetazione letteraria che ne è seguita (incluso "Beffe, scienziati e stregoni" del nostrano Lolli).

    Salvo ogni altro eventuale contributo di costoro, le balordaggini pseudoscientifiche di Lacan, della Kristeva da giovane, di Deleuze, Guattari, Derrida, Baudrillard, la memorabile figuraccia di Begson che tenta di confutare la relatività einsteniana, e tutta la cattiva filosofia in genere (incluse le deliranti tesi in materia scientifica esposte da Benedetto Croce) meritano certamente la berlina.

    Non voglio neppure iniziare a scoperchiare il vaso di Pandora dei fraudolenti abusi dei teoremi limitativi dell'incolpevole Godel da parte di individui che, nel migliore dei casi, non hanno la più pallida idea di cosa sia un sistema formale che include gli assiomi dell'aritmetica di Robinson. Gente capace di produrre un mostruoso non sequitur che, avendo come premesse i teoremi limitativi G1 e G2 suddetti, finisce per asserire che non esistono verità assolute o che l'unica filosofia che ci resta è il postmodernismo semplicemente non sta facendo filosofia.

    Più ancora si deve stigmatizzare il ruolo del relativismo, responsabile di alcuni tra i peggiori guasti intellettuali degli ultimi decenni - non ultimo, come ricordato nell'articolo, il proliferare di idiozie dietrologico-complottiste, il tutto sistematicamente adagiato su un sostrato di marxismo ed altre posizioni assimilabili.

    Riguardo allo scientismo, purtroppo è molto diffuso, assieme all'odio indistinto di taluni scienziati verso "tutta" la filosofia. Si tratta però di posizioni che scaturiscono in generale da concezioni distorte dovute a bombardamento mediatico (il "pensiero debole" imperversa ovunque, dopotutto) e da volontaria ignoranza: come se Leibniz, Cartesio, Frege, Peirce, Russell, Wittgenstein, Godel, Tarski, Church, Kripke, Putnam, Quine, gli stessi Kant e Husserl... non fossero al tempo stesso eccellenti filosofi E logico-matematici, in varia proporzione. O come se i più grandi padri dell'epistemologia, Popper e Kuhn e Lakatos (vale anche, mutatis mutandis, per il geniale provocatore Feyerabend) non sapessero perfettamente di cosa parlavano quando speculavano sulla filosofia della scienza.

    Purtroppo però non manca chi si lascia abbacinare dal pensiero debole, dal "costruttivismo sociolinguistico", dalle chimere etnomatematiche equosolidali a posteriori addirittura anche in filosofia della matematica, come Reuben Hersh o il meno noto Gheverghese Joseph, avanzando ipotesi a dir poco strampalate...

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  33. "analitico di rito neopositivista" mi piace (più analitico che neopositivista, per la verità).
    Credo che si sia consumato il grande scisma subito dopo Frege.

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  34. in merito a questa frase:
    "Ma non mi si venga a dire che tagliarsi gli attributi o farseli innestare fa di un uomo una donna o viceversa"
    vorrei aggiungere che
    quando si cambia sesso si fa anche una notevole cura ormonale. I trans specie f2m sono spesso assolutamente irriconoscibili..(da vestiti almeno)e allora cosa fa di un uomo un uomo e di una donna una donna? se quel che si intende per essere donna o uomo fosse solo una questione di codice genetico credo che non saremmo qui a commentare questo post, e tutte le altre questioni si possono discutere (tanto che la legge consente ai trans di essere riconosciuti nei documenti come appartenenti all'altro sesso).
    e in merito alla frase attribuita alle femministe
    "non mi depilo perché all'uomo DEVE piacere anche così"
    c'è anche da considerare il fatto che depilarsi è doloroso

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  35. si fa anche una notevole cura ormonale.Infatti. E la si fa proprio perché chi cambia sesso non ha le gonadi del sesso "desiderato" e dunque non li produce naturalmente.

    Dunque, come dicevo, chi cambia sesso cambia esclusivamente la forma esteriore della sua persona.

    Devo dirlo più rozzamente?
    Un trans è una persona che sembra di sesso diverso dal suo.

    Se si clonasse un trans che è diventato donna, il bambino nascerebbe uomo.
    Se si clonasse un trans che è diventato uomo, il bambino nascerebbe donna.

    La questione non è equivoca.
    Nonostante quel che si vuol far pensare.

    Che poi una persona si possa sentire più affine al sesso che la natura non gli ha assegnato, è altra questione e pertiene alla sfera della sensibilità, delle emozioni, dell'umanità, insomma.

    E può essere comprensibile, magari condivisibile, e che deve essere tutelata.

    Ma è anche tutt'altro dall'appartenenza biologica di un individuo.

    Resta, infine, il pieno diritto che un individuo faccia di sé stesso ciò che più gli aggrada.



    Sulla seconda questione: credo sia anche questa una questione di libertà.

    Non si pretenda, però che a un altro debba piacere anche la gamba da scaricatore di porto: tu, liberamente, fai ciò che vuoi della tua gamba.
    Io, liberamente, scelgo la gamba che mi piace di più.

    Il sopruso, non deve viaggiare in un senso. Ma neanche nell'altro.

    E' palese, naturalmente, che sto semplificando assai: dubito esista qualcuno che divorzierebbe dalla moglie o che rifiuterebbe una compagna che ama perché decide di non depilarsi più... ;)

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  36. in natura esiste l'"ermafroditismo sequenziale". Taluni animali sono in grado di cambiare sesso nell'arco della loro vita: ad esempio ciò è vero per alcuni anfibi o pesci...

    questo cambiameno potrebbe essere programmato geneticamente oppure si verifica per contingenti cause esterne.

    ho letto ad esempio di una particolare specie di pesce: "Trimma okinawae", in cui la femmina più grossa cambia sesso se il maschio dominante muore, salvo poi fare "marcia indietro" in presenza di maschi di taglia maggiore.

    facendo una battuta, si potrebbe dire che, mentre nel caso del Trimma okinawae l'inversione sessuale avviene PERCHE' E' VERO, nel caso dell'essere umano il "cambio di sesso" si verifica perché sarebbe "politicamente scorretto" asserire il contrario!

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  37. "chi cambia sesso cambia esclusivamente la forma esteriore della sua persona"

    non sono d'accordo l'aspetto interiore di noi stessi non è solo il frutto di ciò che produciamo naturalmente ma anche il frutto dei condizionamenti che subiamo dall'esterno, delle sostanze che assumiamo e di tutto ciò che decide la nostra mente. ti riporto questa parte di un'intervista di un trans che da donna è diventato uomo
    "quando si iniziano le terapie ormonali si cambia l’umoralità e l’istintualità. In genere si diventa più aggressivi e bisogna iniziare a fare i conti con un diverso livello di testosterone", credo che tutto ciò non faccia parte dell'aspetto esteriore.
    io penso che anche i peli sulle gambe degli uomini siano brutti ma che il fatto che la maggiorparte degli uomini non si depili lo rende più accettabile al senso estetico. hai sentito di quella bambina afgana fintasi maschio durante il regime talebano che,essendo stata sempre circondata da persone convinte che fosse un maschio, ha sviluppato un naturale tono della voce molto meno acuto delle solite femminucce?io l'ho sentito in un programma di radio 3. ciao.

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  38. credo che tutto ciò non faccia parte dell'aspetto esteriore.E' chiaro e in questo senso concordo con te.
    Ma resta una variazione artificiale.

    Se assumo droghe o alcoolici, cambio ancora più drasticamente umoralità e istintualità. Questo non significa che io cambi ma solo che sono sotto l'effetto di tali sostanze, di origine esogena.

    Ad ogni modo, stiamo affrontando la questione, a mio avviso, semplicemente da due punti di vista diversi.

    Partiamo dal presupposto che una persona si senta più vicina per sensibilità e emotività al sesso opposto al suo e perciò decida liberamente di assumerne anche l'aspetto esteriore.

    Probabilmente e banalmente anche a causa di condizionamenti sociali (ma questa è una mia opinione personale) che fanno sì che un uomo che sembra un uomo "stoni" se si comporta da donna e viceversa e che quindi, assumendo l'aspetto dell'altro sesso ci si senta più "normali" nei propri comportamenti.

    Per me, la cosa finisce lì.
    La persona realizza se stessa in funzione di quanto può concretizzare la sua personalità e la sua individualità e il cambio di sesso "estetico" è solo funzionale a questa realizzazione.

    Secondo te, invece la cosa si concretizza in una effettiva variazione interiore. Che io credo sia invece implicita nell'assunto di partenza, sul piano umano, e irrealizzabile sul piano materiale-biologico.

    Tutto lì.

    Per quel che riguarda l'esteticità dei peli (o di qualsiasi altra cosa), sfondi una porrta aperta.
    L'estetica e il gusto del bello sono assolutamente culturali e, per lo più, indotti. Ne sono convintissimo.

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  39. @Thomas
    "analitico di rito neopositivista" mi piace (più analitico che neopositivista, per la verità).E' una innocua provocazione da oratorio, in verità. Per ricordare che, quando si parla di filosofia analitica, ab ovo veniamo tutti da lì, dal Wiener Kreis - nella nostra generazione, quello che abbiamo visto sul serio per la prima volta attraverso i due indimenticabili tomi di Francesco Barone sul neopositivismo logico.

    Riguardo al "divorzio" cui accenni, sono sostanzialmente d'accordo e vedo le sue radici nel romanticismo e nella (discutibile) revitalizzazione della disputa ormai sopita tra Parmenide ed Eraclito.
    Trovo comunque molto significativo che lo stesso Husserl (vogliamo dichiararlo secondo filosofo per illeggibilità dopo Wittgenstein ? O merita addirittura la palma ? :) ) abbia influenzato profondamente sia Heidegger e Sartre, sia Gian-Carlo Rota e i suoi numerosi seguaci.

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  40. Ma LOL!

    Arrivo adesso qui, dopo aver commentato su Banfer Enemy, citando proprio quella "riflessione" della filosofa (presa da un libro che cita l'altro libro di cui parli), il modo di pensare di Antonio, e vedo che anche tu l'hai nominato (oltre al rev., opportunamente).
    Tutto si tiene, il cerchio si chiude!

    Michele.

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