lunedì 23 novembre 2009

scienza ironica

Francis Fukuyama, studioso americano di origine giapponese, scrisse nel 1992 un libro dal titolo La fine della storia e l'ultimo uomo, dove (ispirato da Hegel) sosteneva la tesi che la storia del mondo, dopo il crollo del Muro di Berlino e la fine del comunismo, era praticamente giunta al suo termine. Gli anni a seguire avrebbero visto il consolidarsi, in tutto il mondo, delle democrazie liberali, dopodiché non ci sarebbero più stati eventi storici di grande rilievo, avendo l'umanità raggiunto il suo traguardo.

È scontato il fatto che Fukuyama sia stato preso abbondamente per il culo, in quanto autore di una delle profezie più avventate di sempre. Venne deriso soprattutto in occasione degli attentati dell'11 settembre, allorché sembrò prevalere la tesi di un altro studioso (Samuel Huntington), che il nostro avvenire prossimo avrebbe ormai riguardato in special modo gli "scontri di civiltà" (ovvero, non più conflitti fra diverse entità territoriali o fra classi sociali, ma lotta all'ultimo sangue fra visioni del mondo globali, fra Oriente e Occidente).

Nel 2002 Fukuyama scrisse un altro libro (L'uomo oltre l'uomo) dove in parte correggeva le sue tesi precedenti, sostenendo di non aver tenuto in debito conto i progressi scientifici e l'impatto che le nuove tecnologie potrebbero avere nello sviluppo storico dell'umanità. Ironicamente, però, John Horgan (giornalista scientifico americano) nel 1996 aveva argomentato per La fine della scienza. In modo, a mio modesto avviso, più convincente. La scienza, così come noi la conosciamo, è appunto un fenomeno che ha fatto la sua comparsa in un punto piuttosto recente della storia (il XVII secolo) e in realtà non si vede perché così com'è cominciato non potrebbe finire, mentre è difficile persino dare un senso al concetto di "fine della storia" (non sarebbe un evento "storico" di grande portata?).

La tesi di Horgan comunque non è che non c'è più nulla da scoprire. Egli sostiene piuttosto che potrebbe, un giorno di questi, non esserci più nulla da scoprire, e che non è affatto detto che il progresso scientifico sia infinito. La maggior parte degli scienziati inorridisce di fronte a una prospettiva del genere, ed è subito pronta a tirare fuori l'aneddoto (falso) dell'impiegato dell'ufficio brevetti che a fine '800 avrebbe dichiarato "Tutto ciò che si può inventare è già stato inventato", chiedendo la chiusura dell'ufficio (se si vuole un aneddoto vero, si potrebbe citare la frase di Kant, secondo cui "la logica dopo Aristotele non ha dovuto fare nessun passo indietro e non ha potuto fare nessun passo avanti").

Ogni volta che crediamo di essere vicini alla verità definitiva in qualche campo, si sostiene, succede sempre qualcosa, la scoperta di una nuova particella, un nuovo fenomeno finora inosservato, una nuova teoria, che rende chiaro come l'impressione precedente fosse solo dovuta ad una mancanza d'immaginazione. Ogni risposta è destinata a generare nuove domande, e le risposte a queste domande, e la scienza che ne emergerà, sono destinate a suscitare ulteriori interrogativi. La natura non finirà mai di svelarci tutti i suoi segreti.

Ma andiamo! Questa è pura retorica. E se invece le nostre teorie fossero, semplicemente, vere, e quindi eventualmente perfezionabili ma non rimpiazzabili da niente di profondamente diverso? Perché non dovrebbe accadere? Perché non dovrebbe essere già accaduto? Può ben essere il caso, ad esempio, per la teoria darwiniana dell'evoluzione. È una spiegazione bellissima, ed estremamente convincente (per chi la capisce) della varietà degli organismi viventi. Può darsi benissimo che non sia completa, però è quasi sicuramente vera. Vera non solo come approssimazione, come era la teoria di Newton rispetto a quella einsteniana, ma in un senso più definitivo.

Il vero motivo per cui la maggior parte degli scienziati (e non solo) non crede ad un'eventualità del genere è che non vogliono che sia vera. E non per il motivo triviale che in tal modo perderebbero il lavoro, ma perché in tal modo l'umanità intera perderebbe una parte essenziale della sua missione spirituale, del suo compito nell'universo, che è quello di conoscere e di scoprire. La scienza è una delle attività più nobili che esistano, e anche delle più belle e divertenti, e nessuno vuole davvero che finisca. Come reagirebbe allora la comunità scientifica di fronte ad una tale eventualità?

John Horgan nel suo libro introduce il concetto di "scienza ironica" che è mutuato dal "poeta ironico" del critico letterario Harold Bloom. Bloom, nel suo acclamato libro L'angoscia dell'influenza parlava della sgradevole sensazione, presso gli scrittori moderni, che tutto quanto si possa dire o scrivere di significativo sia già stato detto. C'è qualche poeta o drammaturgo in giro che pensa davvero di poter aggiungere qualcosa a Shakespeare, o a Dante? di poter raggiungere o superare quelle vette di poesia sublime? oppure qualcuno pensa di potersi spingere, nella sperimentazione stilistica, oltre il punto cui è arrivato Joyce?

La risposta a questo, da parte di alcuni scrittori, è stata il post-modernismo, ovvero accettare il fatto il di essere dei meri ripetitori e quindi limitarsi a proporre, con abilità più o meno maggiore, delle continue variazioni sul tema, ingegnandosi però a mescolare i generi, a rivisitare i classici decontestualizzandoli e ambientandoli nella modernità, dissacrandoli, facendoli a pezzettini, divertendosi, forse, ma senza avere mai l'ambizione di scrivere "il romanzo del secolo", di raccontare una storia che dovrebbe racchiudere il senso di un'epoca, di mettere per iscritto i sogni e gli incubi di un'intera generazione, in altre parole di fare "letteratura" vera e propria (per un'analogia più banale, si pensi alla moderna tendenza musicale per le cover).

Secondo John Horgan già oggi è come se molti scienziati abbiano rinunciato, inconsapevolmente, alla loro missione di "scopritori", e perciò si limitino a fare quella che lui chiama "scienza ironica", che non è altro che una sorta di esercizio letterario sul già scoperto e già corroborato dall'esperienza. Ci sono molti esempi nel suo libro (che è un libro di interviste a celebri scienziati e anche un eccellente esempio di divulgazione), ma il paradigma stesso dello scienziato ironico è individuato nel paleontologo, e darwiniano dissidente, Stephen Jay Gould (scomparso nel 2002).

Una volta noto come bravissimo e apprezzato autore di scritti divulgativi aventi come argomento l'evoluzione, nel corso della sua carriera Gould finì per imbarazzare sempre più i suoi colleghi, per le sue prese di posizione in odore di "eresia" e di "anti-darwinismo". Non che abbia mai concesso nulla a fuffa pseudoscientifica quali il creazionismo e l'intelligent design (e anzi testimoniò contro queste aberrazioni anche nelle aule dei tribunali), ma è un fatto che il suo atteggiamento ambiguo finì per dare delle armi in mano ai creazionisti stessi. Il fatto è che Gould si sentiva a disagio con l'ortodossia darwiniana per vari motivi (anche politici), nessuno dei quali però, a ben vedere, aveva a che fare con la sua eventuale inadeguatezza a spiegare i fatti.

Gould, semplicemente, non poteva accettare che la teoria di Darwin fosse l'ultima parola in fatto di evoluzione della specie, e impiegò la sua vita nel tentativo di "rivoluzionarla", per poi offendersi moltissimo per lo scarso entusiasmo dimostrato dai suoi colleghi (persone come Richard Dawkins o John Maynard Smith) nei confronti delle sue proposte. Insieme al genetista Richard Lewontin scrisse una critica, da lui ritenuta devastante, al "paradigma panglossiano" o adattazionista, sostenendo che non tutte le mutazioni sono da considerarsi dei veri e propri adattamenti, ma ci sono anche limiti e vincoli posti dalla forma e dalla struttura di un organismo (I pennacchi di S. Marco e il paradigma panglossiano). La risposta grosso modo fu: "sì, lo sappiamo, e allora"?

Insieme a Niles Eldredge formulò invece la teoria degli "equilibri punteggiati" nella quale si opponeva al "gradualismo" dell'ortodossia sostenendo che l'evoluzione può avvenire anche per balzi improvvisi, cosa che spiegherebbe il paradosso delle testimonianze fossili incomplete. Anche questa volta la risposta fu: "sì, e allora?". Nessuno aveva mai sostenuto che il gradualismo implicasse "velocità costante" dell'evoluzione, e non è un fatto troppo sorprendente che certi eventi possano imprimere una forte accelerata (senza mai arrivare alla nascita di una nuova specie nel corso di un paio di generazioni, cosa che nemmeno Gould arriva a pensare). Si ritiene ad esempio che sia stata la caduta di un grosso meteorite a causare l'estinzione dei dinosauri, permettendo così l'affermarsi di nuove specie che ne occuparono la nicchia ecologica, il che dimostrerebbe che non tutti i cambiamenti sono dovuti a lenti e impercettibili adattamenti morfologici, ma ci sono anche gli eventi catastrofici. E grazie al c...

Per non parlare delle critiche, puramente ideologiche (Gould era un marxista e un radical chic agguerrito) alla sociobiologia di Wilson ("eugenetica! eugenetica nazista!") e alla teoria del gene egoista di Dawkins ("riduzionismo! riduzionismo volgare e fascista!"). Alla fine la cosa assunse i connotati di una faida (sulla quale esiste un libro di Kim Sterelny): Gould si sentiva come un Galileo incompreso, osteggiato dal dogmatismo dei colleghi "fondamentalisti darwiniani" che non volevano aiutarlo a rivoluzionare la disciplina. Gli altri scienziati lo vedevano perlopiù come un tipo strano e dal brutto carattere, e un cavallo di Troia dei creazionisti (si veda un articolo di John Tooby e Leda Cosmides in replica a quello precedentemente linkato).

Ma soprattutto Gould divenne, suo malgrado, il paladino e l'eroe degli "alternativi", quelli che ancora oggi sostengono che in fondo "la teoria dell'evoluzione è solo una teoria, non un fatto comprovato". Quelli che "la scienza non deve chiudersi a riccio nella difesa dei suoi dogmi, ma rimettere sempre in discussione le proprie premesse". Sempre? Siamo proprio sicuri? Ma non sarà uno spreco di risorse perdere tanto tempo a cercare di confutare una teoria che sappiamo al 99,9% essere vera, quando ancora non sappiamo un sacco di cose su come un organismo cresce e si sviluppa? quando ancora dobbiamo trovare una cura contro il cancro?

Ma che cosa fanno, in fondo, i vari Steven Jones, i Massimo Mazzucco, i Roberto Giacobbo , o addirittura i Dino D'Alessandro di questo mondo, se non "scienza ironica" (è un appellativo molto gentile, lo so)? Roberto Giacobbo, ad esempio: lui sa benissimo che le profezie Maya non parlano di una fine del mondo nel 2012 (spero lo sappia), ma se ne prendesse atto non potrebbe condurre le sue interessantissime e avvincenti trasmissioni. Ovvio che i cerchi nel grano sono fatti da buontemponi, ma che gusto c'è? Certo che il feto di alieno abortito è un coniglio scuoiato, ma non è divertente. Ragazzi, è una scocciatura avere tutte le risposte, una vera noia!

E finché si parla di cerchi nel grano e delle trasmissioni di Giacobbo la cosa potrebbe anche sembrare innocua. Lo è un po' di meno quando a quasi un decennio di distanza dagli attentati dell'11 settembre, dopo che sono state scritte migliaia di pagine da parte di centinaia di scienziati e ingegneri, dopo che sono state fatte tutte le analisi possibili, e raccolte tutte le prove possibili, qualcuno continua a chiedere "una nuova commissione d'inchiesta indipendente" sui fatti. Come se la verità fosse una cosa transitoria, che ieri era in un modo ma domani potrebbe essere in un altro. Facciamone altre dieci di inchieste, spendiamo altri miliardi di dollari: i parenti delle vittime meritano di essere presi in giro a spese dei contribuenti da dei tizi la cui ultima preoccupazione è la ricerca della verità.

E per non parlare di un'altra specie di ciarlatani ancor più pericolosa, i guaritori, che si approfittano di un effettivo ritardo nella ricerca medica contro alcuni tipi di malattie, per proporre i loro rimedi medioevali, al grido di "tutto va bene" purché non sia medicina ufficiale e sostenuto dall'evidenza empirica (che noia, il processo di verifica delle ipotesi). E questo post purtroppo si conclude in una maniera amara, e imprevista, perché ho appena saputo con sommo sconcerto che uno di questi ciarlatani è stato invitato nella mia città a parlare della sua terapia a base di bicarbonato contro tutti i tipi di cancro. Un tizio che è già stato condannato in primo grado per truffa e omicidio colposo, e radiato dall'albo dei medici, terrà una conferenza sulla teoria "il cancro è un fungo", invitato dagli amici di David Icke (l'anti-rettiliano), ospitato in una sala del dopolavoro ferroviario. In fondo in fondo spero che Giacobbo abbia ragione.

43 commenti:

  1. A cosa serve la scienza? E la tecnologia?
    La prima insegue teorie che spiegano cose interessano a quasi nessuno, anzi non si caisce proprio dove vadano a parare, la seconda può al massimo produrre gadgets o ottimizzare quelli già esistenti. In ogni caso sono cose superflue, che non servono effettivamente e, anzi, creano nuovi problemi. Prendiamo la medicina: tutti vivono molto a lungo e il mondo è pieno di vecchi che non producono e sono pieni di pretese.
    È possibile uscire da questo circolo vizioso, cambiare modo di vita. Ci sono parecchi esempi: il medioevo, la chiesa cattolica che nel '600 provava a bloccare la scienza che rischiava di minare le verità della bibbia, la civiltà contadina, ...
    Avete idea di quanto costi la scienza? E quanto sia incerta?
    Un'altra via esiste: prendiamo esempio dall'Arabia Saudita, o dal Vaticano.

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  2. Gould è un simpatico giuggurellone in confronto ai tizi citati in chiusura di articolo... però, da un lato comprendo lo sgomento di uno scienziato che assiste alla morte del suo lato "scopritore", la consapevolezza di essere più o meno infelicemente condannato alla rifinitura di tesi già accertate, o la sensazione di smarrimento ("e adesso?"), e umanamente finisco per giustificare Gould almeno un (bel) po'. (E poi, a ognuno le sue croci, io ho solo due anni per fare la mia scoperta eccezionale e diventare la più giovane vincitrice di un premio Nobel :P)
    Gli altri tizi posson tornare da dove sono venuti o farsi un soggiorno prolungato nelle patrie galere...

    Nemmeno un paio di ore fa ho letto del filmato restaurato in cui si intravede la sagome di Oswald dietro la finestra da cui è partito il colpo che ha ucciso J.F.K. =_= il comunicato parlava di "presunto assassino" e di luogo da cui "probabilmente" è partito il colpo... ecco i danni del complottismo, far rimanere l'alone di inspiegabilità ad eventi di 40 anni fa... fra un trentennio temo sarà lo stesso con l'11 settembre.

    Terra Nova

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  3. @ Terra Nova:
    Il Nobel non è tutto, a Darwin e Borges non l'hanno dato.
    Invece mi è venuto in mente il Gioco delle Perle di Vetro di Hesse. L'ho letto tanto tempo fa, mi sa che lo riesumo.

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  4. Juhan:
    scherzavo, ovviamente ;) è un gioco ricorrente fra i miei colleghi di corso, da quando abbiamo avuto il corso di Cristallografia e abbiamo sentito di Nobel dati a venticinquenni sbarbatelli ^^
    Si finisce sempre con dirsi scherzando "sbrigati a inventare qualcosa, Gauss e Bragg per la loro tesi di laurea hanno fatto molto di più!

    Terra Nova

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  5. OK, allora hai un po' più di tempo a disposizione e sono sicuro che ce la farai.
    Adesso smetto perché attendo commenti seri. Il post li merita.

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  6. "Il Nobel non è tutto, a Darwin e Borges non l'hanno dato."

    Non dico nulla su Borges, ma il Nobel si assegna dal 1901 e Darwin era morto nel 1882.
    È prevista anche un'assegnazione postuma?

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  7. Certo che anche Giacobbo, farsi tutti quei problemi quando sa benissimo che sotto c'è lo zampino della potentissima lobby ebraica...

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  8. "Gould è un simpatico giuggurellone in confronto ai tizi citati in chiusura di articolo..."

    Assolutamente sì. Tutti gli scienziati di cui parla Horgan nel suo libro sono rispettabilissime persone.

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  9. Rado, ho letto su Wik... ehm, sulla malef... cercando un po' in giro, a quanto pare l'assegnazione postuma non è contemplata; magari però mi sbaglio, controllo meglio e se trovo qualcosa di più preciso torno ad avvisare :)

    Juhan, no, ormai è troppo tardi, se anche scoprissi qualcosa di eccezionale e Nobeloso domani mattina, passerebbero almeno 20 anni prima dell'assegnazione del premio... Eh, ai bei tempi erano molto più avventati nella scelta dei vincitori ^^

    Terra Nova

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  10. Terra Nova non è che posso fare molto ma se la Commissione per lìAssegnazione dei Nobel mi chiede un parere io faccio il tuo nome, per tutti, anche quello della pace. Tu intanto continua a darci dentro, pubblica, anche sui blog e su Wik--ops^H^H^H. Ti avverto però che esiste una seria possibilità che chiedano a qualcun'altro.
    E poi in fondo il caso di Darwin è consolante: non ha avuto il premio ma ha venduto un sacco di copie; pensa che in questi giorni in America ne è uscita un'edizione curata dagli IDioti!
    Immagina i diritti d'autore!!!
    N.B.: sì lo so, lo letto su Wik^H^H^H da qualche parte, dopo un po' scadono.

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  11. Non inventiamoci scuse. Darwin non ha mai vinto il Nobel perché non era poi così in gamba. Me l'ha detto la mia amica Gabriella, che è esperta di fisica delle particelle.

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  12. Juhan, sei un vero gentiluomo, ma io sono ancora una tirocinante pischelletta in erba, che domani probabilmente farà esplodere il reattore di plasma appena lo tocca... ricordatemi così, con il sorriso virtuale in faccia :)

    (Ok Thomas, ora la smetto, ma TI PREGO, abbassa l'AK-47)

    Terra Nova

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  13. L'AK-47 non l'ho più. L'ho prestato a Ekaterina.

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  14. Rado, noto con piacere che non sono l'unico a pensare (da sempre) tutto il male possibile di fikipedia.

    Forse perché, da bravo somaro, ho sempre studiato su libri di carta: scritti da professori che hanno studiato un dato argomento per una vita, non dal primo che passa - per giunta mostrando sovente aggressiva logorrea ideologizzata e ipocrita faziosità.

    Forse perché, da povero zuccone obsoleto, sono convinto che le starlettes smutandate o i cartoni animati non abbiano alcuna dignità enciclopedica.

    Magari perché, da ignorantone, penso che il tanto sbandierato NPOV sia inutile o implicito in taluni argomenti, improponibile su altri, e che comunque non consista nel mettere sul medesimo piano, con apparentemente identica dignità intellettuale, tesi ragionevoli come qualsiasi farneticazione; né tampoco nel dare spazio alle strepitate istanze ideologiche di qualche lunatica minoranza.

    Scusate l'OT... :-)

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  15. Le starlette smutandate non mi preoccupano, che basta non cercarle, ma sul NPOV siamo in sintonia. Per me una garanzia di autorevolezza di una fonte è data proprio dal suo saper essere obiettiva, ma senza mai fingersi neutrale. Gli editori di un'enciclopedia seria affidano le voci a gente che ha studiato una materia tutta una vita perché sono competenti, e non perché siano "neutrali". Senza contare che il progetto editoriale stesso deve avere una linea ben precisa.

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  16. Dissento, anche se non è perfetta Wikipedia è uno strumento molto efficace. E funziona, e bene anche, almeno nella versione inglese. Certo se poi voglio approfondire devo cercare altre fonti ma il primo a dirmelo è proprio wiki, in fondo alla pagina.
    Poi c'è un aspetto per cui wiki è cosa buona e giusta: osservate come i ragazzi delle scuole medie fanno le tesine, quelle che ai miei tempi si chiamavano ricerche. Purtroppo certi prof. hanno sgamato tutto e i tempi del copiancolla in blocco sono finiti ;-)

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  17. Juhan, purtroppo elencare le colossali boiate e le sottili fandonie ideologiche scritte o passate su wikipedia è un compito facile quanto inutile: è letteralmente scritta sull'acqua, e le varie volte che in passato ho provato pazientemente a spiegare in pubblico nei dettagli errata e corrige, con tanto di fonti serie, nel giro di poche ore qualcuno ha corretto, rendendo inutile la segnalazione o forse illudendosi di privare in tal modo di valore e forza argomentativa l'esempio, indebolendo l'asserzione a monte.

    Ma è come svuotare il mare con un cucchiaino, come voler indicare una singola formica nel brulicare di un formicaio. Fatto sta che wp è quel che è: basta guardare ogni tanto Perle Complottiste e dintorni, oppure tuffarsi nella lettura dei saggi di Tara Brabazon, della quale sono un accanito fan dalla primissima ora.


    Rarissimamente consulto - e solo in seconda o terza istanza - la versione inglese; quella italiana è direttamente in blacklist, visto anche che il benedetto google con la sua sviluppatissima tontoloneria artificiale basata sull'acefalo ranking by clicks insiste a schiaffarla sempre tra i primi due o tre risultati, addirittura anteponendola ai vari siti ufficiali dedicati a ciò che si sta cercando, creati per certo molti anni prima di wp.

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  18. Io non credo che Wikipedia sia perfetta, anzi! Ma è (quasi) indispensabile nell'era dell'informazione online. E anche Google, tu pensa che lo uso per controllare come si scrive (spella?) un nome, per fare conversioni al volo tra unità di misura desuete o eccentriche, anche se per questo sarebbe meglio W. Alpha.
    Purtroppo non viviamo nel migliore dei mondi possibili e io in particolare so di non sapere, anche nozionisticamente parlando.
    In alternativa a wiki vedo solo L'Eredità con Carlo Conti. E Porta a Porta per tenermi aggiornato sulla politica.

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  19. "permettendo così l'affermarsi di nuove specie che ne occuparono la nicchia ecologica"

    ciao, ho letto su repubblica che questa teoria è stata messa in discussione: l'affermazione dei mammiferi sarebbe avvenuta solo molto più tardi (credo...) ne hai sentito qualcosa?

    non sono assolutamente in grado di darti riferimenti più precisi..

    ne hai sentito parlare?

    ciao!


    PS (si lo so l'ho letto su repubblica non vuol dire niente..)

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  20. "Information is not knowledge"

    e allora? una enciclopedia da forse "conoscenza"? a me pare che una qualunque enciclopedia serva per dare informazioni "puntiformi"!

    Tu non sai un dettaglio e allora guardi su una enciclopedia, certo non la usi per studiare un intero argomento! Un'enciclopedia serve proprio a trovare esattamente il singolo pezzo di conoscenza che ti serve. Un libro non è ottimale per questo tipo di ricerca...

    Io credo che wikiPEDIA venga usata principalmente per questo scopo!

    (cosa voleva dire "localmente compatto" ah! vedo che vuol dire più cose, equivalenti sugli spazi di hausdorff: risolto il problema: a lezione questo dettaglio mi era sfuggito).

    ***

    Per quanto riguarda le accuse di faziosità.. beh, io wiki la uso per matematica, quindi questa cosa non mi tange!

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  21. Neanche la teoria del meteorite è universalmente accettata, però basterebbe la sua possibilità per concludere che il gradualismo non è un dogma (esistono mutamenti improvvisi e catastrofici), che poi è un'ovvietà ed è per questo che Gould mi sembra uno scopritore di acqua calda.

    Sull'enciclopedia, per me il modello è questo qua. È informazione strutturata, cioè conoscenza, non una serie di voci compilate in modo caotico da chissà chi.

    Poi come si vede io Wikipedia la uso, la trovo comoda (ho anche compilato un paio di voci, del resto, per rimediare a qualche disastro). Ma non posso passare sopra i suoi difetti.

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  22. thomas morton

    ed esiste realmente una enciclopedia di tal fatta?

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  23. Esistono le buone enciclopedie, generaliste o specialistiche.

    Tara Brabazon nonn la conoscevo. Rilancio con Micheal Gorman.

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  24. Scusate, forse mi sono perso qualche mio stesso passaggio.

    Ammetto di odiare Uicchipedia con tutto il mio essere ma...in questo post non ho scritto nulla in merito. Ho solo chiesto se era possibile una assegnazione postuma del Nobel dato che Darwin era morto vent'anni prima della edizione inaugurale e si stava obiettando in una replica che a Darwin non fosse mai stato assegnato.

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  25. @Rado: libera associazione tra la tua semplice presenza e alcuni riferimenti fatti da juhan.
    Non hai avuto bisogno di scrivere alcunché di specifico. Vedi cosa vuol dire "fama" ? :D


    @federico: anche io, per ovvie esigenze di mestiere, ho avuto la ventura di cercare prevalentemente informazioni matematiche su wp. Probabilmente sono troppo sfortunato o troppo specialista, perché molte delle voci che cercavo brillavano unicamente per la loro assenza.

    Ma se guardi l'history di voci come la successione di Fibonacci, vedrai che alcuni degli "esperti" che compilano quelle voci non sanno neanche la formuletta di Binet (seconda liceo ?) o che sono occorse cinque o sei correzioni di fila per mettere tutti d'accordo sul fatto che le potenze intere positive dispari di -1 ne mantengono il segno... :((
    Immagino che vi saranno decine di altre perle simili, ma io non ho nè il fegato né il tempo di cercarle.

    Intendiamoci, nella mia vita professionale tra i simboli ho visto su lavagna e su carta cose di ogni genere durante le fasi di costruzione di lavori complessi. Non dobbiamo essere ipocriti: tutti commettiamo errori. Anche sulle cose più banali - anzi, a maggior ragione.

    Fatto sta che le mutande sudice si lavano in casa, come dice il noto proverbio, e alla fine si consegna solo un lavoro presentabile. Specialmente se c'è un fine didattico o referenziale, e sperabilmente un piano dell'opera.

    Errori, impalcature, segnaposto e discussioni non restano sciorinate al pubblico, per un minuto o per mesi, belle squadernate e indistinguibili dal risultato finale, col rischio di provocare errori didattici, false convinzioni e soprattutto sterili discussioni "eh ma su wikipedia c'è scritto...".

    Per bene che vada, wp non può essere utilizzata per smentire alcunchì. Al limite, per confermare qualcosa. In ogni caso, non è una fonte, per definizione.

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  26. @Leibniz Reloaded
    mi attribuisci qualcosa di non mio. È stata l'ottima Terra Nova, giovane promessa della ricerca italiana, a sollevare l'argomento Wiki.
    Poi la discussione è un attimino (l'ho detto, l'ho detto! (era da tanto che cercavo l'occasione)) degenerata e si sono trascurati spunti che avrebbero dovuto provocare valanghe di commenti: Fukuyama (no), Horgan (non lo conosco ma forse dovrei), SJ Gould (dico Gould!), Dawkins (nome che di solito innesca polemiche che manco Biscardi).
    E il povero Giacobbo? trascurato anche lui, va a finire che ci vede un complotto. Anche se, a onor del vero e secondo me, per essere un vero complotto ci dovremmo tirare in ballo i templari (vedi Wikipedia, possibilmente in inglese).

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  27. Avverto che per l'uso di "attimino" è prevista come pena la crocefissione in sala mensa.

    Terra Nova ha menzionato per prima Wik..., ma è pur vero che in particolare il tuo uso del backspace mi ha incuriosito: dal momento che non ero ancora intervenuto, chi altro tra i commentatori soffriva notoriamente della mia stessa idiosincrasia, tanto da indurti a quella plateale falsa autocensura ?

    Quello spunto, assieme ad un vago ricordo degli interventi di Rado nel blog di Paolo (Attivissimo), mi ha condotto ad una breve ricerca di verifica e quindi a ricostruire il quadro della situazione.

    Elementare, Watson, elementare. ;-)

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  28. Ebbene sì! Non credevo di essere così importante ^H^H^H^H^H^H^H^H^H^H noioso da essere tracciato e esposto al pubblico ludibrio (qualunque cosa voglia dire questa parola). Dai dimmi che penitenza devo fare :-(

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  29. Sono proprio un pischello. Ho capito solo adesso che questa roba qui: ^H, è il backspace.

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  30. No sei solo troppo giovane, ma non ti preoccupare poi passa.
    E poi, prima del ^H c'era un tasto "normale" o quasi che annullava l'ultimo carattere; per rendere la cosa più interessante cambiava da macchina a macchina. Allora era bene diffidare di roba come @, " e ?.
    Bei tempi quelli: non ci sono più le tastiere e gli OS di una volta!

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  31. Come penitenza, tu e Thomas potreste iscrivervi al mio blog via Google Friends Connect. Al momento non mi viene in mente di peggio.

    Poco tempo fa un'amica mi diceva che nel normale corso di laurea in chimica esiste ancora un esame interamente dedicato alla tavola periodica degli elementi. Le ho risposto che anche nei corsi di informatica avrebbero dovuto reintrodurre un esame analogo, basato almeno sulle codifiche ASCII ed EBCDIC.

    Restando all'ASCII, i primi 31 caratteri privi di rappresentazione a video, e in particolare i codici tra 1 e 26, hanno molte storie da raccontare.
    Ma purtroppo con la "modernità" una delle prime cose sparite dalle tabelle ASCII sui manuali è stata la "naturale" corrispondenza tra le ventisei combinazioni di tipo CONTROL+CHAR (ad esempio il nostro ^H, CONTROL+H) e quei primi ventisei caratteri di controllo (restando all'esempio, appunto il codice 8 o "BS"), dei quali a malapena viene riportata la nomenclatura legata alla funzionalità originaria.

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  32. Mi sto iscrivendo ma sarà una penitenza per te. Che dovrai postare. Uno dei miei autori preferiti è Neal Stephenson; di Leibniz racconta delle sue infinite attività che non concludeva mai. Poi quando glie n'è andata bene una...
    Ma sto divagando come al solito.

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  33. Non ho scelto Leibniz a caso: i punti di somiglianza sono fin troppo numerosi. Purtroppo non ho un briciolo del suo talento, ma questa è un'altra "fazenda".

    Già che ci siamo, una delle più belle introduzioni a Leibniz "per tutti" è certamente quella di Massimo Mugnai (Einaudi), che peraltro ne ha curato anche l'opera omnia in tre tomi e una raccolta critica monografica dei soli scritti di logica ("Ricerche generali sull'analisi delle nozioni e delle verità e altri scritti di logica / Gottfried Wihelm Leibniz", Edizioni dela Normale, 978-88-7642-316-1), tutti oggetto di venerazione assoluta che conservo su leggio in apposita teca, con obbligo di genuflessione per chiunque vi passi davanti.

    Se non vado errato, oltre ad essere stato allievo del nostro Paolo Rossi, Mugnai è diventato da poco Preside della Classe di Lettere della Scuola Normale Superiore di Pisa. Così almeno, in questo marasma di OT, facciamo finta di scrivere qualcosa di vaghissimamente attinente all'altro post. ;-)

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  34. @Thomas Morton:
    Bel post (come sempre), ma non sono molto d'accordo sulla conclusione anti-positivista. Secondo me ci possiamo avvicinare solo asintoticamente al sapere "tutto", quindi ci sarà sempre qualcosa da scoprire, e questo per vari motivi:
    1) La natura è così grande e noi siamo così limitati (viviamo poco, abbiamo organi di senso poco sviluppati, viviamo su un solo pianeta, anzi solo su una piccola parte della sua superficie) che prima di aver finito di scoprire tutto saranno successe tante di quelle cose che il problema non sarà certo la mancanza di nuove scoperte;
    2) Quel che la natura / Dio / FSM non ha già creato, lo crea l'uomo, che dovrà poi studiare, scoprire, approfondire ulteriormente i misteri delle cose da lui stesso prodotte. Dai sistemi operativi alle guerre e rivoluzioni, per intenderci.

    Questo significa però anche che ritengo che qualsiasi teoria (verificabile/falsificabile) prima o poi verrà confermata o smentita dalla scienza, basta aspettare un tempo abbastanza lungo.
    Almeno così mi ha detto il drago invisibile che mangia tutta la mia nutella.

    @juhan:
    A cosa serve la scienza? E la tecnologia?
    La prima insegue teorie che spiegano cose interessano a quasi nessuno, anzi non si caisce proprio dove vadano a parare, la seconda può al massimo produrre gadgets o ottimizzare quelli già esistenti. In ogni caso sono cose superflue, che non servono effettivamente e, anzi, creano nuovi problemi.


    Se non ci fosse stata la scienza prima e la tecnologia poi, le tue parole non mi sarebbero mai arrivate.

    Ma forse stavi scherzando e non ho colto l'ironia.

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  35. @ Turz
    Secondo me ti manca la fede! Possano le Pappardellose Appendici di Sua Pastosità posarsi su di te e illuminarti. E per il drago invisibile hai provato a mettergli il sale sulla coda in una notte di luna piena? Vero è che a leggere Carl Sagan ci sono poche speranze di evidenziarlo, ma prova.
    Poi per quanto riguarda scienza e religione cerco di tenermi allineato con il comun sentire della Nazione, mirabilmente guidata da naziRatzi & papiSilvio.

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  36. Non so se la conclusione possa essere qualificata come "antipositivista" invce che come un eccesso di scientismo. Sì, forse ci sono dei limiti alla conoscenza, oltrepassati i quali siamo nel regno del puro gioco intellettuale, ma entro quei limiti possiamo arrivare a conclusioni (quasi) definitive.

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  37. Sì, forse ci sono dei limiti alla conoscenza, oltrepassati i quali siamo nel regno del puro gioco intellettuale, ma entro quei limiti possiamo arrivare a conclusioni (quasi) definitive.

    Condivido, a parte le parentesi intorno al "quasi".

    Secondo me i limiti della conoscenza sono dati solo da ciò che è verificabile (es. non potremo mai conoscere la risposta alla domanda "Dio esiste?", salvo miracoli :-) ma potremo arrivare a descrivere esattamente un atomo con precisione arbitrariamente vicina al principio di Heisenberg).
    Gli ostacoli al raggiungimento dei limiti sono, sempre secondo me:
    - il tempo per acquisire una mole enorme di conoscenza, che sarà enorme;
    - la difficoltà sempre crescente di acquisire nuove conoscenze quando ormai "quasi" tutto è stato scoperto.

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  38. Il miracolo, per definizione, non fa parte della scienza. È qualcosa che la viola apertamente o un imbroglio; io sono sicuro della seconda che ho detto, non posso provarlo con il metodo scientifico ma tutti i presunti miracoli verificabili sono quanto meno mooolto sospetti. Poi c'è il fatto che chi li propone sono, come dire, diversamente intelligenti. Avete presente Messori?
    Secondo me Türz trascuri una cosa: la genialità. Gödel ha scritto che tutte le informazioni necessarie per la formulazione del suoi principi erano già disponibili, bastava assemblarle (non saprei dove trovarlo e non so nemmeno se sia vero). Ma ci sono altri esempi, Einstein, Galileo (il cannochiale c'era già, ma lui ha saputo usarlo e dedurne cose), Darwin e tanti altri.
    I più fortunati, secondo me, sono i matematici: la dimostrazione di Euclide che esistono infiniti numeri primi mi ha sempre affascinato.
    Fortunati come i matematici sono i musicisti, ma dopo Mozart (che sto ascoltando adesso) non so se c'è ancora qualcosa da dire ;-)

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  39. "non so se c'è ancora qualcosa da dire ;-) "

    tranquillo c'è!

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  40. @ Federico
    forse era una frase ironica, per fare da contrappunto al resto della mia risposta, lo so anch'io che c'è stato altro, ad es. Povia!

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  41. oppure beethoven, oppure schostakowitsch: perché citare solo un pirla quando ne puoi citare 3!

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  42. "Schostakowitsch"?
    Un altro tedesco come Beethoven?
    Dai basta con questo gioco a cercare di non capire! Io non faccio più ironie e spero di essere preso sul serio. Amici?

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