A 15 anni è folgorata sulla via di Damasco dalla «Introduzione alla metafisica» di Martin Heidegger. Per mesi ne legge i sacri testi in lingua originale e gli resta devota anche a Pisa, prima classificata alla Scuola Normale Superiore, da cui esce con 110 e lode per la sua tesi in Filosofia Teoretica e un libretto desami immacolato (tutti 30 e lode).
A Roma si diploma in LUISS, Master in Direzione del personale e organizzazione.
Convinta però che la filosofia debba uscire dallaccademia e passare dalla comunicazione, si avvicina a giornalismo e mass media. Dopo qualche anno e centinaia di articoli scritti, approda a Mediaset: collaboratrice ai testi per «Il senso della vita» e «Buona domenica», consulente per «Sanremo 2009». Collabora con «Il Tempo» ed è consulente alla Camera dei Deputati (Comitato per la Legislazione). Ha partecipato con un trattato, «Facebook ergo sum», al saggio collettivo «Rispieghiamo Facebook per chi era assente» (di prossima pubblicazione) e sta preparando un libro-scoop.
Non paga di quanto detto sopra, si innamora del mondo dei new media, network & social network, web 2.0 (sentendosi già ormai molto 3.0). Su suggerimento di amici made in USA, si autonomina Social network & media manager R&D, allinsegna di una sua specialissima teoria, mediatico-teoretica: «Facebook, ergo sum», «Social ergo sum»...
Si appassiona pure al Real Estate e, su entrambi i fronti, inizia vorticosamente a ideare, organizzare, moderare o partecipare direttamente a convegni, eventi, presentazioni e Premi.
Da ottobre 2009 è consulente LUISS Guido Carli per le attività web e editoriali: incarico di cui va particolarmente fiera.
Curriculum visibile qui, via Luca Sofri via Mantellini.
Update:
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RispondiEliminaATZ!
RispondiEliminaUn'altra candidata al Nobel, dopo Silvio e Brunetta (ma questi praticamente l'hanno già vinto, se non si mettono di mezzo i soliti comunisti).
Ma se mi leggi: Terra Nova non disperare, io sono con te.
Certo però che la Zinzocchi...
l'avrà anche studiato, ma evidentemente ha saltato tutta la parte sull'esistenza inautentica.
RispondiElimina"Convinta però che la filosofia debba uscire dallaccademia e passare dalla comunicazione"
RispondiEliminaVisto che la lingua del Bardo la conosci superbamente, saprai che questo e' cio' che loro definiscono "recipe for disaster"...
Non è che siete invidiosi?
RispondiEliminaAnzi ne sono convinto. Voi il Nobel non lo avrete mai.
Io per imitarla ho iniziato a studiare il tedesco, adesso sono alla divisione delle parlo composte, con e senza l'umla..., sì quella roba lì scritta così ü o ö o anche ë.
Avvertenza: prima di inviare questo commento ho dovuto enumerare mentalmente i primi duecento numeri di Fibonacci. In ordine inverso.
RispondiEliminaTuttavia, francamente, mi trovo ancora in difficoltà. Al di là della scontata goliardia che un filoanalitico può essere compulsivamente spinto a riversare su Martin Heidegger e sui suoi epigoni d'ogni tempo - fin troppo facile, si spara sulla Croce Rossa.
Sono in impasse perché proprio non saprei come spiegare a questi signori che io non sono su facebook, non intendo esservi e ne sono orgoglioso. Che ritengo il social networking, e in particolare quel social networking, un fenomeno effimero, una moda frivola, un contenitore di fuffa, una barbarie telematica.
Trovo perfino difficile raccontare con quale enorme sforzo, solo in tempi recentissimi, mi sono avvicinato alla "blogosfera", dopo un tormentatissimo travaglio interiore - che tuttora perdura. Perché sono quasi certo di non essere compreso.
Il che, di per sé, non sarebbe significativo: lo diviene, tuttavia, se non si ignora il resto della mia personale vicenda biografica online.
Perché capita che io sia tutt'altro che un intellettualoide snob in eburnea turri, un luddista tecnofobo e tecnoimbranato: sui miei biglietti da visita c'è pur scritto "gentiluomo di ventura" ma all'atto pratico sono un informatico per missione e per professione.
Mi connettevo alle BBS già nel lontanissimo 1984, sono stato attivissimo sulla rete amatoriale internazionale FIDOnet dalla sua nascita fino agli albori del nuovo millennio, e ancora oggi sono in contatto con nerd e geek dislocati in almeno sette o otto fusi orari diversi, tramite ML, IM e forum catacombali.
Dietro ai cannoni, davanti ai cavalli e soprattutto lontano dai grandi generali. Ma io c'ero. Sempre presente, saldamente al mio posto.
Qui rischio perfino di diventare retorico.
Forse proprio per aver avuto il privilegio di vivere questa irripetibile esperienza, l'aggregarsi spontaneo online di elites di spiriti liberi e genuinamente affini - con modalità pionieristiche, anticonvenzionali, cavallerescamente autoregolate, tra individui fortemente focalizzati attorno ad un mix di passione e competenza a livelli in media molto elevati - mi rendo conto in modo così netto, quasi drammatico, che tutto ciò che è venuto cronologicamente "dopo" non ha rappresentato un vero progresso. Anzi.
Beh, pure io avevo molte resistenza quando il blog era ancora più alla moda (in pratica ho cominciato a bloggare nel momento in cui si è cominciato a dire che Facebook stava uccidendo il blog), ma proprio per questo non posso ecludere di approdare un giorno a Facebook, se lo troverò utile o proprio non saprò come passare il tempo (in ogni caso sottratto alla lettura). Certo però che una persona così ti fa venire i sudori freddi: se devo diventare in quel modo, parlare in quel modo, allora preferisco buttare via il Mac e darmi davvero alla coltivazione diretta. Quel che mi terrorizza è che quella ragazza farà strada.
RispondiEliminaQuesta qui, sul mai troppo compianto "Cuore", avrebbe senz'altro conquistato un posto di riguardo nella rubrica "Braccia rubate all'agricoltura".
RispondiEliminaSoufflé: cioè, fammi capire, mi stai dicendo che su Cuore c'era già una rubrica con questo titolo? e io che credevo di essere originale...
RispondiEliminaConfesso che sono un pessimo telespettatore (finisco per guardare quasi solo il professor La Porta e i documentari sugli animali), ma mi pare di ricordare che "BRA - Braccia Rubate all'Agricoltura" sia stato per qualche tempo uno dei tanti titoli gestiti dalla Dandini & Co.
RispondiEliminaNel video hanno anche rubato la musica ai video di ictv!
RispondiEliminaSento le urla di dolore di Heidegger.
Oddio mio, ho ascoltato il video e ho le vertigini. Il vuoto mi fa questo effetto.
RispondiEliminaCerto che Cuore aveva quella rubrica. Che per un po' diventò anche "braccia restituite all'agricoltura", quando gli scandali distrussero le potenti famiglie agrocapitaliste italiane.
RispondiEliminaFilosofia : facebook = materia oscura : il nulla cosmico
RispondiEliminaPS: è stato detto più volte da esponenti della politica italiana che i social network sono l'elettorato del domani, controllarli significa investire in 5-10% di voti alle prossime elezioni.
RispondiEliminaSe considerate poi la legge sull'oblio e le numerose proteste diffuse via web, che hanno spesso raccontato vaccate (signorinaggio, scie comiche, ecc...) ma anche delle intercettazioni fra mafia e politica (veci la presenza delle stesse su youtube e la possibilità per tutti di riascoltarle, specialmente quelle che mostrano il centrodestra in connivenza con il centrosinistra nell'affare bancopoli) è ovvio che per i partiti politici sia diventato basilare controllare le nuove vie di comunicazione (in stile Rai).
L'unico modo per farlo è la tecnica consolidata dal complottismo, ovvero spammare il web di discussioni politiche clone.
Queste mostrate nel video altro non sono che servi-e di un meccanismo che per sopravvivere deve convincerti in modo assoluto delle sue idee e delle sue azioni (libertà di pensiero non esiste in politica, solo i box preconfezionati di opinioni a cui devono sottostare gli elettori).
Notte
Io non capisco questo odio viscerale per facebook. Privacy: punto primo, non mettere dati che non servono. Punto secondo, vai sul pannello di controllo, impostazioni privacy e decidi cosa far vedere e a chi.
RispondiEliminaFatto questo, io mi ritrovo con un centinaio di persone, delle quali un 20% almeno posta qualcosa di intelligente ogni giorno. Mediamente due volte alla settimana scatta una disucussione su qualche tema "scottante". Crocifissi, la conferenza di Nolte qua a TS, la fame nel mondo ecc ecc per dire solo delle discussioni più recenti.
Insomma, riesco a fare quello che facevo ai bei tempi universitari al venerdì pomeriggio nell'area caffé del dipartimento: ma lo posso fare durante il lavoro, perdendo sì e no dieci minuti alla volta, invece di un intero pomeriggio, scoprendo anche un'infinità di cose interessanti.
Poi, tutti gli amici che postano cretinate o applicazioni inutili, li nascondo. E mi resta un ambiente molto stimolante. Che male c'è?
Che male c'è? niente, infatti si stava solo parlando di gusti personali, e non mi permetto di giudicare il prossimo. Cioè, qualcuno, sì, mi permetto di giudicarlo, altrimenti non avrei scritto questo post, ma la cosa non riguarda facebook.
RispondiElimina@Thomas Morton: Oltre a BRA, un'altra bella rubrica era "Botteghe Oscure", interamente dedicata alle foto dei negozi con insegne particolarmente idiote del tipo: "Stuzzicheria", "Sfizioteca", "Ai piaceri della carne", ecc. Su BRA invece ci finivano i vari fabrizicorona e rachelizinzocchi dell'epoca. Non te la prendere. In fondo neanche Cuore poteva vantare un diritto di primogenitura perché "braccia rubate all'agricoltura" è un'espressione abbastanza comune. La usava spesso anche mio padre, molti anni prima. Riferendosi a agli antenati di Briatore, poi, li chiamava "culi frusti" ed io la trovo un'immagine particolarmente efficace ed evocativa.
RispondiEliminaAnch'io l'ho sempre detto.
RispondiEliminabel nick :-)
RispondiEliminaAh, grazie. Scusa l'ulteriore OT, ma visto che ti seguo con interesse ma non sono mai intervenuto, ti faccio i complimenti per il blog. :D
RispondiEliminaComunque io mi ricordo solo del "Giudizio Universale", quello dove al primo posto c'era la f***
RispondiEliminaIl "fu facebook pascal": non importa che agli albori fosse utilizzato da pedofili per fare avances a minorenni, non importa che sia stato sfruttato un annetto fa da un dirigente per scoprire che un suo dipendente si era dato malato ed invece era in spiaggia, non importa che la politica italiana lo veda come terreno in cui diffondere il proprio credo&disinformazione in stile pravda, non importa che sia utile per rintracciare superstiti di tragedie o organizzare circoli secondo i medesimi interessi-hobby, non importa che qualcuno lo odia perchè ti permette di essere rintracciato da vecchie sempre odiosissimi ex-compagni delle superiori, ecc...
RispondiEliminaImporta solo la percezione che ognuno ha del social network
^_^'
Personalmente vivo bene anche senza frequentarlo.
Prima alla normale di Pisa, tutti trenta e lode in filosofia teoretica, e va a collaborare a Sanremo e a scrivere di Facebook?
RispondiEliminaChe spreco.
@ Foxxya: non mi pare che si debbano odiare le caramelle solo perché gli adescatori le usa(va)no per adescare bambini. E il cretino che ha messo il suo capo tra gli amici di FB per poi scrivere "sono in spiaggia" se l'è cercata.
RispondiEliminaDirei che siamo tutti abbastanza maturi per saper distingurere lo strumento dal suo utilizzo. Io sto dicendo che di FB si può fare un utilizzo "positivo", fatto di scambio di idee, di dibattito e di informazione. E di conseguenza non capisco questo astio da parte di informatici molto più "navigati" di me. E lo dico da uno che si guarda bene dal seguire qualsiasi moda, informatica o meno: non so cosa sia Second Life e non ho nessun prodotto di Jobs in casa. Non capisco insomma cosa possa "perderci" uno ad essere su FB (con un minimo di cautela).
PS a me risulta che FB sia nato per organizzare party universitari, ma sono assolutamente ignorante in materia.
Il problema di Wikipedia non è la multimedialità (personalmente sono convinto che un'enciclopedia multimediale di alto livello sia decisamente migliore, sotto olti aspetti, di un' enciclopedia "cartacea") ma la possibilità per qualsiasi utente di modificare qualsiasi pagina.
RispondiEliminaUn'enciclopedia può essere aperta ai contributi di più autori, ma occorrono una linea editoriale e un processo di revisione che Wiki non ha e non potrà mai avere, semplicemente perchè non c'è un editore o un gruppo di editori a guidarla.
La conoscenza non è democratica.
C'è un qualche riferimento a Franco Volpi per caso?
RispondiEliminaCerto che Heidegger e il mondo della comunicazione..."come il mondo vero finì per diventare favola"
Vabbè, mi arrendo: è vera. La parabola descritta nel curriculum del personaggio in questione, intendo: pensavo che fosse troppo esemplare per essere vera, invece a quanto pare è vera, o comunque qui tutti sembrano pensare che lo sia. Ma possibile che io fossi l'unica ingenua a cui lì per lì sono venuti dei dubbi, e che aveva l'impressione che la signora fosse uscita da una mediocre sceneggiatura di commedia all'italiana? Heidegger a 15 anni "in lingua originale" (sic), la laurea alla Normale col libretto d'esami "immacolato" (presumo che la ventina di 30 e lode che ha preso fossero scritti in inchiostro simpatico), la collaborazione ai testi di Buona Domenica, il libro Facebook ergo sum... Mi sa che devo rivedere il mio giudizio sui film di Virzì. E, forse, anche quello sulla Scuola Normale.
RispondiEliminaIl dubbio me l'avevi fatto venire anche a me, cara Emmeline, ma come puoi constatare dal video è una persona in carne e ossa (soprattutto ossa, a dire il vero). Del resto, sono quasi certo che diventerà famosa, per cui ne sentiremo parlare ancora (un reality? un ministero? chissà).
RispondiEliminaQuel che c'era da dire ormai l'avete detto.
RispondiEliminaPersonalmente sono abbastanza vicino alla linea di Marko per quanto riguarda il "libro", per quanto io personalmente ne faccia un uso assolutamente sporadico, praticamente solo quando qualcuno mi scrive qualcosa in posta...
Comunque altro è lo strumento altro l'uso che se ne fa.
Però una cosa la vorrei dire a Thomas, visti gli ultimi post ricevuti in casella da "l'albero": non sarebbe ora di bloccare i post anonimi? ;)
Preferisco eliminarli via via, anche se oggi si sono accumulati un po' per via della mia assenza.
RispondiEliminaSei tu il padrone di casa. ;)
RispondiEliminaPerò davvero è una cosa che non capisco.
L'uso di un nick è (più che) sufficiente a garantire il desiderato anonimato e se uno non ha da dire nulla di così importante da fare lo sforzo di una dozzina di click per crearne uno, forse è meglio che non scriva...
Qualche volta un commento anonimo permette certe franchezze che nemmeno un nick può garantire.
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