lunedì 9 novembre 2009

Ich bin ein Berliner



«Sono fiero di essere venuto in questa città come ospite del vostro illustre sindaco, che ha simboleggiato nel mondo lo spirito combattivo di Berlino Ovest. E sono orgoglioso di visitare la Repubblica Federale con il vostro illustre Cancelliere che da così tanti anni guida la Germania nella democrazia, nella libertà e nel progresso, e di essere qui in compagnia del mio compatriota Generale Clay, che è stato in questa città durante i suoi momenti di crisi, e vi tornerà ancora, se ce ne sarà bisogno.

Duemila anni fa, il più grande orgoglio era dire "civis Romanus sum". Oggi, nel mondo libero, il più grande orgoglio è dire "Ich bin ein Berliner".

Ci sono molte persone al mondo che non capiscono, o che dicono di non capire, quale sia la grande differenza tra il mondo libero e il mondo comunista. Che vengano a Berlino.

Ce ne sono alcune che dicono che il comunismo rappresenta l'onda del progresso. Che vengano a Berlino.

Ce ne sono alcune che dicono, in Europa come altrove, che si potrebbe lavorare con i comunisti. Che vengano a Berlino.

E ce ne sono anche certe che dicono che sì il comunismo è un sistema malvagio, ma consente di realizzare il progresso economico. Lass' sie nach Berlin kommen. Che vengano a Berlino.

La libertà ha molte difficoltà e la democrazia non è perfetta. Ma noi non abbiamo mai costruito un muro per tenere dentro la nostra gente e impedir loro di lasciarci.

Voglio dire a nome dei miei compatrioti che vivono a molte miglia da qua dall'altra parte dell'Atlantico, che sono distanti da voi, che sono orgogliosi di poter dividere con voi la storia degli ultimi 18 anni.

Non conosco nessun paese, nessuna città, che è stata assediata per 18 anni e ancora vive con vitalità e forza, e speranza e determinazione come la città di Berlino Ovest. Sebbene il muro sia la più grossa dimostrazione del fallimento del sistema comunista davanti al mondo intero, questo non ci rende felici; esso è, come il vostro sindaco ha detto, una offesa non solo contro la storia, ma contro l'umanità, perché separa le famiglie, divide i mariti dalle mogli, ed i fratelli dalle sorelle, divide le persone che vorrebbero stare insieme.

Quello che è vero per questa città è vero per la Germania: una pace reale e duratura non potrà mai essere assicurata all'Europa finché ad un tedesco su quattro sarà negato il diritto elementare dell'uomo libero: prendere una decisione libera. In 18 anni di pace e benessere questa generazione di tedeschi ha guadagnato il diritto ad essere libera, incluso il diritto di unire le famiglie, a mantenere la propria nazione in pace, in buoni rapporti con tutti.

Voi vivete in una isola difesa di libertà, ma la vostra vita è parte della collettività. Consentitemi di chiedervi, come amico, di alzare i vostri occhi oltre i pericoli di oggi, verso le speranze di domani, oltre la libertà della sola città di Berlino, o della vostra Germania, per promuovere la libertà ovunque, oltre il muro per un giorno di pace e giustizia, oltre voi stessi e noi stessi per tutta l'umanità. La libertà è indivisibile e quando un solo uomo uomo è reso schiavo, nessuno è libero.

Quando tutti saranno liberi, allora potremo guardare al giorno in cui questa città sarà riunita, e così questo paese e questo grande continente europeo, in un mondo pacifico e pieno di speranza. Quando quel giorno finalmente arriverà, e arriverà, la gente di Berlino Ovest sarà orgogliosa del fatto di essere stata al fronte per quasi due decenni.

Ogni uomo libero, ovunque viva, è cittadino di Berlino. E, dunque, come uomo libero, sono orgoglioso di dire "Ich bin ein Berliner"».


John Fitzgerald Kennedy, Berlino, 26 giugno 1963

12 commenti:

  1. Bellissimo discorso, e tanta voglia di andare a Berlino

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  2. che non è più quella di una volta ;-)

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  3. Tanto per fare un po' di "antibufala": il vero comunista il nove novembre del 1989 ha esultato, perché ha visto crollare una delle più grandi bufale della Storia, la bufala staliniana del "socialismo in un solo paese" (che è un ossimoro) che ancora oggi porta molti a chiamare erroneamente "comunismo" quell'inefficiente capitalismo statale filo-russo che con l'internazionalismo proletario nulla ha a che vedere.

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  4. Senza polemica, Turz, rispetto la tua opinione ma quella del "comunismo che non è mai stato veramente realizzato" è una favola che anch'io mi sono ripetuto troppo a lungo, e non ci credo più.

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  5. Io avevo nemmeno tre anni, nell'89, mi ricordo solo che al sentire la notizia e vedere le persone sul muro pensai che dovesse essere qualcosa di positivo, se i "grandi" erano così felici :D Anzi, penso fu proprio mia madre a spiegarmi quanto fosse un avvenimento da festeggiare...

    Mi sento tagliata fuori dalla storia contemporanea =_=

    Terra Nova

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  6. @Terra Nova,
    io ne avevo ben piu' di tre (beh c'era uno zero in piu!), e ricordo.
    Lasciando da parte tutte le considerazioni sul comunismo, sul socialismo, sui loro successi e fallimenti (la storia ci ha deto COME e' andata), devo dire che forse non sei tagliata fuori dalla storia contemporanea, ma qualcosa di grande, effettivamente, te lo sei perso.
    Devo dire che ricordo con gioia quel crollo. Pur essendo stato sempre politicamente a sinistra, non ho mai condiviso la messa in pratica del "comunismo" in russia.

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  7. @ Frankbat:
    Allora tranquillo, è risaputo che lo zero non vale nulla ;)
    Diciamo che l'idea semiseria di essere tagliata fuori nasce dal fatto che le prime riflessioni critiche le ho fatte anni dopo, quando si era in epoca post-comunismo, post-Tangentopoli, post-qualcosa... vedevo le conseguenze dei cambiamenti epocali, e ne avevo pure vissuto le cause, ma senza capirle davvero, una sensazione un po' straniante...

    Ma immagino sia lo stesso che capita agli adolescenti di oggi con l'11 settembre...

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  8. Ah, e il conflitto nei Balcani, of course... ha aleggiato su buona parte della mia infanzia, tanto da farmi assuefare, ho dovuto aspettare di crescere per afferrare il significato di una guerra del genere, in Europa, a fine XX secolo...

    Terra Nova

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  9. Io invece, quel giorno, ero ormai abbastanza grande da gioire insieme a quei berlinesi che finalmente trovavano la libertà.

    Ma anche da commentare con gli amici, con un po' di amarezza, con un "adesso cominciano i guai".
    Fui, tristemente, buon profeta.

    Avrei voluto dedicare anch'io un post all'avvenimento, ma credo che la scelta del discorso di Kennedy di un trentennio prima sia davvero perfetta per ricordare quel grande giorno.

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  10. Ottimo. Mi pare però che sia più didascalico, per sottolinerae la fine del muro nella pattumiera della storia, il discorso di Reagan: "Mr. Gorbaciov, butti giù questo muro"

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  11. Ah il comunismo, la democrazia...povero Nietzsche

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  12. "La libertà ha molte difficoltà e la democrazia non è perfetta. Ma noi non abbiamo mai costruito un muro per tenere dentro la nostra gente e impedir loro di lasciarci."
    in compenso adesso costruiamo muri per impedire alla gente fuori di venirci a trovare....

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