martedì 27 ottobre 2009

A.B. Normal

Se le motivazioni per il premio Nobel per la pace a Barack Obama vi sembrano bizzarre, dovete sapere che c'è un tizio che nel 1927 ha vinto il Nobel per la medicina per avere inventato la cura delle malattie mentali tramite inoculazione di malaria. E forse l'ha persino meritato.

Julius Wagner-Jauregg aveva casualmente notato che dopo essersi ripresi da febbri intense, alcuni pazienti psicotici erano migliorati. Cominciò a provocare artificialmente tali febbri, da prima col bacillo della tubercolosi, ma senza grande successo, e infine con la malaria. Incredibilmente, funzionava, anche se purtroppo poteva capitare che il paziente morisse proprio in conseguenza dell'intervento.

La spiegazione è semplice: la terapia aveva successo in particolare con i soggetti affetti da demenza paralitica, che era spesso una conseguenza della sifilide latente. La febbre alta contrastava il batterio responsabile della sifilide e quindi poteva risultarne un miglioramento delle condizioni di salute psichica. Al giorno d'oggi una tale cura non avrebbe senso perché la sifilide è molto più efficacemente trattata con gli antibiotici, al punto che quel tipo di demenza è quasi scomparso.

Il che, per inciso, fa dire a Peter Duesberg (il virologo dissidente sulle cause dell'Aids), che in realtà la demenza era provocata dalle cure a base di mercurio praticate prima dell'era degli antibiotici, in quanto Duesberg altrimenti dovrebbe ammettere che esiste un'altra malattia contagiosa, oltre l'Aids, che rimane latente nell'organismo per provocare danni fatali anche ad anni di distanza dal contagio. Eppure questo non spiegherebbe come mai Wagner-Jauregg ottenesse risultati così positivi da fargli vincere un Nobel.

Comunque, se si ritiene poco etico l'esperimento di Wagner-Jauregg, occorre tener presente che la demenza da sifilide era una malattia orribile e all'epoca senza speranza, un po' come l'Alzheimer oggi. Forse valeva la pena di correre il rischio di uccidere il paziente di malaria per restituirgli la speranza di una vita quasi normale per il resto dei suoi giorni. Quindi non è troppo da biasimare la Commissione che premiò Wagner-Jauregg per l'invenzione di una terapia che oggi non è in uso e che anzi sarebbe giudicata profondamente immorale.

Il problema è che la terapia venne provata con molti altri tipi di malattia mentale, come la schizofrenia. Sembra che vi furono dei risultati anche in quel campo, anche se molto più modesti e meno convincenti. Comunque, la terapia della febbre può forse essere considerata la prima delle tante shock-terapie che hanno contribuito a dare una cattiva fama alla psichiatria, come l'elettroshock, o lo shock insulinico.

La credenza, forse nemmeno tanto campata per aria, era che se un forte trauma aveva causato il disordine del paziente, poteva essere il caso che un altro trauma contrario ristabilisse il necessario equilibrio. Proprio come in certe storie a fumetti, dove il protagonista perde la memoria dopo che gli è cascato un vaso in testa, e la riacquista dopo un'altra botta in testa. L'elettroshock in pratica è stato inventato per simulare gli effetti di un forte trauma cranico, ma senza l'effetto collaterale delle fratture.

Anche se questi metodi godono di una cattivissima pubblicità, in parte meritata, ma dovuta anche a certi eccessi (resi popolari da film come Qualcuno volò sul nido del cuculo) occorre dire che funzionano (sì, sono ancora usati). Pare che in effetti ricevere una forte scarica elettrica tramite elettrodi applicati sul cranio abbia un certo effetto calmante, anche se il rapporto costi-benefici è piuttosto complicato da valutare. Nessuno però sa davvero perché funzionano.

Gli psicofarmaci di nuova generazione, che oggi vengono dati con una certa liberalità, rappresentano sicuramente una terapia meno cruenta di quelle usate nel recente passato (e non del tutto scomparse), ma ancora oggi una vera cura per le malattie mentali, priva di un rapporto costi-benefici troppo alto, è da venire. Il che spiega abbastanza bene il motivo per cui Julius Wagner-Jauregg è ancora oggi uno dei due soli scienziati nel campo della psichiatria ad aver mai vinto un Nobel per la medicina.


Ah, sì, scusate: l'altro è Egas Moniz, che vinse il premio Nobel nel 1949 per aver inventato la lobotomia frontale.

21 commenti:

  1. Sembrerebbe una disciplina, quella della psichiatria, malvagia per definizione. :) Forse lo è proprio la nostra mente.

    Saluti e complimenti per il blog. Uno dei migliori che io abbia la fortuna di leggere.

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  2. Su Moniz e la lobotomia circolano storie a dir poco orribili, in particolare sui "metodi" perfezionati da Amarro Fiamberti e dai suoi degni colleghi Freeman e Watts. Roba da voltastomaco.

    Il che ci ricorda che, in certi settori della medicina, il Medioevo era appena ieri: alla faccia dei trionfalismi, della prosopopea e dell'anacronistica retorica meccanicista su cui taluni pubblici comunicatori s'inalberano ogni volta che si parla di medicina e "alternative" (quali che siano).

    Tra i tanti, Paola Borgna e Massimiano Bucchi (es. [1], [2], e anche [3]) hanno tratteggiato in modo particolarmente efficace i guasti di certa comunicazione.

    Si tratta di effetti doppiamente controproducenti: perché fanno troppo facilmente leva su (legittime) aspettative che riguardano valori coinvolgenti e sacrali come la sfera della salute, del corpo, della potenza sessuale, della qualità della vita; e perché gli eccessi simmetrici dei media (trionfalismo vs. malasanità), lungi dall'elidersi, si ritorcono contro l'immagine di chiunque indossi un camice e anche contro quegli scienziati, forse i più sottovalutati, che di camice non hanno alcun bisogno.

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  3. Come terapia fa molto Dottor House. :D

    Comunque none' che debba essere tacciata come "immorale".

    Chiunque riterrebbe l'amputazione una pratica medica immorale, eppure per alcune patologie e' la terapia salvavita.

    Saluti
    Michele

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  4. Hanmar, E' Dottor House :D
    In una puntata un ragazzino predicatore contagiava con il proprio virus una malata di cancro terminale, causandole un lieve miglioramento (ovviamente il ragazzo credeva fossero stati i poteri di cui l'Altissimo lo aveva investito).
    House accennava a studi fatti almeno mezzo secolo fa a tal proposito, in effetti... da ricercatori italiani, mi sembra, ma non vorrei sparare stupidate.

    Terra Nova

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  5. Ricordo la puntata, mi pare fosse una malattia venerea, però.

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  6. Comunque sia, permettetemi un OT, data la citazione (non è male anche "Dategli un sedatAVO, eh !?!?!"): Frankenstein Jr è IL capolavoro assoluto, il miglior film di tutti i tempi e per ovvia relazione d'ordine il miglior film di Mel Brooks. E' la perfetta antitesi della "cagata pazzesca" e di tutti gli stramaledetti orrendi polpettoni trituragonadi che mandano in sollucchero la critica e tutti quelli che se la tirano d'intendersene di cinema d'essai.

    Che so, "Un cuore in inverno" o "La mia notte con Maude" e molto altro. Roba che dopo due minuti netti ti vien voglia di buttare dalla finestra televisore, VCR e tutto er cucuzzaro.

    Quando in treno capisco d'avere a che fare con uno di tali cinefili, che inizia ad ammorbarci con un panegirico dello stramaledetto mangiarane Rohmer o di qualche regista neozelandese noto solo a parenti e amici (e da questi accuratamente evitato), attacco a sciorinare la mia immensa cultura sui filmetti con Banfi, Cannavale, Bombolo, Montagnani, Buzzanca, la Fenech, la Cassini, la Bouchet...

    Sì, perché ho scoperto che niente fa inorridire un cinefilo con la puzza al naso e l'erremoscia più dei "b-movies" di quell'epoca, con buona pace di un genio come Salce. E pensare che perfino l'osannato Quentin Tarantino adora quei film, almeno quanto li amo io...

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  7. Sono quasi d'accordo (totalmente su Frankenstein Jr), ma temo che tu sia un po' in ritardo. L'intellettuale snob è da almeno un decennio che ha capito l'aria che tira e che si è sforzato di apprezzare tutti quei film con Banfi e Fenech, col risultato che insieme a certi capolavori di genere sono state rivalutate anche immonde schifezze giudicate imperdibili proprio perché immonde schifezze (della serie: più è brutto, più è probabile che piaccia a Tarantino).

    Sono un cinefilo appassionato, per questo non parlo mai di cinema, risulterei più antipatico e saccente di quanto già non appaia.

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  8. Thomas:
    sì, era herpes sessualmente trasmesso, alla faccia del giovane casto e puritano ;)

    Ammetto con mia grandissima vergogna di aver visto "Frankenstein Junior" solo ieri mattina XD ma da questa mia posizione "privilegiata", ecco, mi sono potuta rendere conto di quanto sia presente nel gergo internettaro... per dirne una, non sapevo che "Scwanzstueck" venisse da lì!

    ...e ora, potete pure aprire il fuoco :D

    Terra Nova

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  9. Terranova! Rimetti a posto la candela!

    Un paio di punti:

    Moralità della medicina: perché, Jenner che prende il pus delle vacche e lo inocula in un bambino di otto anni per poi infettarlo con materiali vaiolosi e vedere che funziona, è forse meglio? Semmai, fa venire i brividi pensare che ai tempi in cui già si parlava di aerei transoceanici, non esistevano ancora antibiotici e uno stupido batterio poteva portarti in manicomio.

    Malvagità della psichiatria: io la vedo come una tautologia. Premessa: a Trieste di matti ne abbiamo a chili, siamo pur sempre la patria di Basaglia. Quando lavoravo al museo, un giorno venne in visita un gruppo di "soci" del CIM. Uno più simpatico dell'altro, in realtà. E uno mi si avvicina, avete presente quelli che vi parlano troppo vicino al viso, ecco, e mi fa: "perché vedi, io non sono matto. No che non sono matto. Vedi che mi lasciano andare in giro? Vado dove voglio, se fossi matto mi rinchiuderebbero, no?"
    Quando ho realizzato che in fin dei conti, è esattamente quello che IO penso di ME, ho avuto un brivido. Chi decide che uno è matto? Abbiamo parlato recentemente di Turing in manicomio. E conosciamo i manicomi sovietici.
    Se ho un raffreddore, ho coscienza di ciò e cerco di reagire. Con o senza raffreddore, sono sempre Marko. Ma se ho qualcosa in testa e me la togliete? Resto sempre io? E chi può decidere di cambiarmi?

    Sui film: posso avere una posizione intermedia? I film troppo intelletualoidi stimolano anche in me reazioni goebbelsiane, ma certe vaccate scatologiche (in particolare di Alvaro Vitali) non le reggo parimenti. Se volete farmi soffrire, mettetemi come Alex deLarge legato sulla poltrona con un film di Ciccio&Franco. Per me il limite inferiore è circa il Commissario Logatto.

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  10. Ma Terranova, come mai proprio ieri mattina? È una coincidenza? Noi di Voyager eccetera...

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  11. markogts ha detto...
    ...Chi decide che uno è matto?


    Straker.
    Quando accetta di pubblicargli un commento...

    mc

    (scusate... m'è scappata)
    ... al terzo tentativo causa errori...

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  12. @Terra Nova: benvenuta nel club degli adoratori di Frankenstein. Ora puoi dire di avere perso la verginità. Sempre libera e feliceeeee... a proposito: povera straordinaria Madeleine, scomparsa anzitempo, ti ricordiamo per sempre così e non possiamo fare a meno di sorridere. :)


    @Thomas: sono consapevole del ritardo, che per fortuna poggia sulla sottile, ma consistente, differenza che passa tra un vero appassionato cinefilo come te e il solito intellettualoide snob da treno intercity, con l'immancabile giornalaccio allineato e politicamentecorretto sottobraccio.
    Non è una captatio benevolentiae, ci mancherebbe. Solo spirito di osservazione antropologica.


    @Marko: al di là delle studiate provocazioni volte a causare travasi di bile nei malcapitati radical chic wannabe falsalternativi, io sono impietosamente selettivo, con la musica come in altre arti liberali.
    Ci sono davvero molti film inguardabili anche nelle raccolte degli "imperdibili", e sono il primo a riconoscerlo, come ci sono brani impresentabili anche nei più riusciti album dei più vari gruppi musicali.

    Tra l'altro, per dare un ulteriore giro di vite, non ho mai capito gli entusiasmi suscitati dai Genesis mentre trovo colossali i Gentle Giant, i Led Zeppelin mi piacciono molto meno degli Uriah Heep, trovo intollerabili i Beatles e appena sopportabili i Rolling Stones, e via di questo passo. Le generalizzazioni in questi campi sono sempre pericolose (tranne la presente).

    Comunque faccio un vanto del non essere stato "educato" ai pretesi canoni estetici "assoluti" (leggasi coercito al pensiero unico dominante), e trovo anzi che tutto ciò sia sovente solo una enorme impostura intellettuale che maschera una sottile coercizione, facendo leva sul senso di appartenenza. Sono condizionamenti perniciosi e pervasivi, dai quali è difficile divincolarsi...

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  13. @A.B. Normal

    Ma che percorso hai seguito? Che cosa hai studiato nella tua vita? E' incredibile, ma pur essendo italiano (a questo punto non ne sono molto convinto) arranco ad afferrare il senso di quanto scrivi. Allo stesso tempo, però, ne rimango estasiato.

    Vorrei imparare anch'io a tendere in quella direzione. Complimenti.

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  14. Ripescando dai ricordi dell'università, il manuale di psichiatria del Cassano portava come evidenza alla base della terapia elettroconvulsivante un rapporto inverso fra crisi comiziali e inibizione psicomotoria.

    Ma oggi è molto più interessante parlare di psicochirurgia, non più fortunatamente in senso ablativo, ma come deep brain stimulation. Dopo i successi ottenuti col Parkinson, si stanno vedendo bei risultati anche con alcune forme di depressione (NON quelle che leggete sui giornali o potete aver avuto in famiglia: forme degenerative che rischiano di somigliare a psicosi o autismo).

    Posso farvi vedere dei filmati di qualche neurochirurgo con la paziente che per la prima volta dopo anni cambia espressione, parla, sorride.
    Ok, evito di scadere nel bucolico.

    G.M.

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  15. @Michele
    A chi ti rivolgi?

    @GM
    Mi interessa molto. Trovo sia difficile farsi un'idea obiettiva sulla psichiatria a causa dei dibattiti ideologici che rischiano di inquinare ogni tentativo di comprensione, mentre si parla poco delle pratiche effettive e dei risultati ottenuti.

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  16. Mi sono cancellato un commento, perché non dovrei scrivere la mattina appena sveglio.

    Comunque nella scala dell'orrido, per me Boldi e De Sica stanno appena un gradino sotto Wim Wenders, tanto per intenderci. Antonioni e Lars Von Trier se la giocano con Alvaro Vitali.

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  17. @Thomas: manco a dirlo, concordo appieno con codesta scala dei peggiori.

    Comunque, per sfiorare di nuovo il topic, certi episodi spiegano da soli come e perché all'arcigoliarda Marc Abrahams sia venuto in mente tutto l'ambaradan dell'Ig-Nobel. :)

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  18. @Thomas Morton
    Mi riferivo a te. :)

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  19. La pick lobotomy! Ah, che bei tempi, in cui si rovinava la vita delle persone girando in furgoncino con una bella scorta di scalpelli da ghiaccio.

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  20. "La pick lobotomy!".

    Una risposta empirica alla domanda: "Ma cosa ti passa per la testa?"

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  21. Ieri ho approfondito un po' (ma solo un po') la storia della lobotomia. Mi pensavo comunque qualcosa di più mirato e delicato, tipo, apro la scatola cranica, prendo un bisturi, taglio il meno possibile di un pezzettino ben identificato. Invece, ca$$o, andavano semplicemente a ravanare nella massa del cervello, così, a caso. Due colpetti? No, aspetta, ancora uno. E come anestetico usavano l'elettroshock. E quando ho scoperto per dove passavano per raggiungere il cervello... ho ringraziato il cielo di non essere laureato in psichiatria.

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