giovedì 4 giugno 2009

le origini

Sembra che tutto sia cominciato, una volta nata la riproduzione sessuata, da una iniziale e lieve asimmetria casuale fra le cellule che mischiavano il loro patrimonio genetico allo scopo di dare vita a un nuovo individuo dalle caratteristiche uniche. È probabile, cioè, che inizialmente vi fosse una riproduzione sessuata senza alcuna differenza fra i sessi. In queste condizioni lo scambio era alla pari: io ci metto una delle mie cellule uovo, tu ci metti una delle tue, le mischiamo, e vediamo cosa ne viene fuori.

Ma poiché la riproduzione sessuata implica una certa variabilità del fenotipo (questo è il suo scopo), è plausibile che a un certo punto si siano potuti distinguere nella popolazione, anche per motivi casuali, due tipi di individui che si differenziavano per la grandezza delle loro cellule riproduttive, allo stesso modo in cui in una qualsiasi popolazione di uomini vi sono sia individui bassi che individui alti. Il punto è che a differenza della variazione d’altezza la variabilità nella grandezza delle uova (ovvero nel dispendio d’energia necessario per crearle e nutrirle) è destinata inevitabilmente a rinforzarsi e amplificarsi.

Stabiliamo convenzionalmente che la produzione di ogni nuova cellula uovo ha un costo, in termini di risorse ed energia, esprimibile con un numero positivo naturale: supponiamo ad esempio che il costo di ogni uovo sia esattamente di 10 euro. Se il costo è uguale per tutti, non vi sono motivi per cui debba evolvere un dimorfismo sessuale. L’equo scambio garantisce inoltre pari opportunità, per tutti gli attori in gioco, di riprodursi. Ma supponiamo invece che le uova abbiano costi anche lievemente diversi per diversi individui. Per alcuni un uovo costerà 11 euro, per altri 10, per altri ancora 9. Questa lieve differenza può scatenare effetti drammatici.

L’individuo a cui un uovo costa 9 euro (chiamiamolo M) avrà maggiori opportunità di accoppiarsi con altri individui della sua specie, perché produce più uova in minore tempo. Allo stesso tempo, e per lo stesso motivo, dovrebbe essere più disposto a “rischiare” il suo uovo in un rituale d’accoppiamento (ricordiamo che non tutti gli scambi conducono a buon esito). Quelli a cui un uovo costa 11 euro, invece (chiamiamoli F), avranno minori opportunità e per questo dovranno investire in maniera più prudente il loro capitale, selezionando con scrupolo il loro partner.

Il fatto che gli M abbiano maggiori opportunità, però, non si traduce automaticamente in un maggior successo riproduttivo per tutti gli M. Anzi, se prima vi era una sostanziale simmetria fra i partner (in modo che ogni individuo potesse accoppiarsi con esattamente un altro individuo), la nuova situazione implica che alcune persone si accoppieranno con più individui della stessa specie, mentre altri andranno in bianco. La maggiore economicità di alcune uova rispetto ad altre ha creato un nuovo fattore di competizione sessuale.

La risposta razionale alla sfida della concorrenza, per gli M, sarebbe quella di abbassare ulteriormente il costo delle loro uova, aumentando ancora il loro potenziale riproduttivo, il che implica anche un livello di selezione del partner ancora minore. Un costo minore, però, può anche tradursi in una minore “qualità” delle cellule uovo: queste cellule non avranno le stesse garanzie di sopravvivenza delle altre uova, a meno che questo svantaggio non sia compensato dalla maggiore qualità della cellula del partner. Gli M si comportano insomma come i cinesi: producono di più, a costi minori, ma i loro prodotti sono meno affidabili.

Per gli F, che partono già svantaggiati, la risposta più efficace non consiste necessariamente nella rincorsa al minore costo, ma nella creazione di prodotti di migliore qualità, e quindi ancora più costosi (gli F quindi sono come gli stilisti del made in Italy). Chi non è né F né M dovrà scegliere a quale partito appartenere. Essendo questo un tipo di dinamica destinato ad auto-rinforzarsi, si arriverà finalmente a un punto in cui vi saranno individui di tipo F che producono pochissime uova, ad un costo altissimo e praticamente autosufficienti riguardo ai mezzi di sussistenza (contengono tutti i nutrienti di cui l’embrione ha bisogno per crescere), che hanno solo bisogno di essere fecondate. E vi saranno individui di tipo M che producono moltissime cellule sessuali a basso costo (che a questo punto non possono neanche essere chiamate uova) che non danno nessun contributo allo sviluppo dell’embrione, ma si limitano a fecondare la cellula uovo trasmettendogli metà del proprio patrimonio genetico.

Gli F sono quindi diventati una risorsa scarsa e preziosa, per cui gli M competono ferocemente (dato che solo accoppiandosi con un F possono sperare che la loro prole abbia qualche possibilità di sopravvivenza). È anzi una risorsa così scarsa che gli M sono disperatamente disposti ad accoppiarsi con praticamente qualsiasi F che capiti nelle vicinanze (talvolta ricorrendo anche a metodi coercitivi, se proprio non funziona nient’altro).

Gli F, dal canto loro, devono e possono permettersi di scegliere il partner con comodità, selezionando gli M più facoltosi e traendo molti vantaggi dalla competizione scatenatasi per loro. Possono pretendere dei doni in cambio della loro disponibilità, ad esempio (ne consegue che la prostituzione da parte degli M sia fenomeno più raro di quella degli F). Oppure, dato che corrono il grosso rischio di essere abbandonati con la prole una volta che si sono concessi, possono tentare di vincolare il partner con un giuramento di devozione eterna e di mutua assistenza: così nasce l’istituto del matrimonio.

Questo contratto non dovrebbe obbligare necessariamente gli M ad accoppiarsi con un solo F, e infatti in alcune comunità vi sono anche unioni poligame; anzi, dato che gli M facoltosi sono diventati anch’essi una risorsa scarsa, la bigamia conviene soprattutto agli F (piuttosto che accoppiarsi con l’ultimo scarto rimasto, meglio dividersi un partner ricco). L’istituto del matrimonio monogamo, quindi, è probabilmente nato su iniziativa degli M allo scopo di allentare la competizione fra di loro (per impedire di uccidersi a vicenda).

Quello che non è accettabile, all’interno del matrimonio, è che gli F abbiano più di un partner. Non solo l’M tradito infatti vedrebbe ridursi le sue probabilità di successo riproduttivo (nel caso in cui F rimanga incinta, per diversi mesi non potrà più fare nuovi tentativi con M), ma rischierebbe addirittura di allevare, sprecando preziosissime risorse, il figlio di un altro M. Da qui nasce la stigmatizzazione del “cornuto” (e quella, complementare, della “sgualdrina”).

Un M allora andrà in cerca di due tipi diversi di F: quelli disponibili subito e senza storie, eventualmente dietro il pagamento di un compenso, che potranno scaricare subito dopo l’accoppiamento. E quelli invece che richiedono un lungo ed estenuante corteggiamento, il che è snervante ma offre garanzie maggiori di fedeltà, che eventualmente decideranno di sposare.

Gli F, ai quali spetta il maggior investimento, in termini di risorse fisiche, per la produzione della prole, cercheranno quegli M che offrono maggiori garanzie di poter badare al sostentamento loro e della prole, e che possibilmente non scapperanno immediatamente dopo l’accoppiamento per cercare in giro altre opportunità. Questo spiega anche perché nelle città più ricche la percentuale di popolazione F è significativamente più alta di quella M, al contrario di quel che avviene nelle zone rurali: gli F ci vanno alla ricerca di un partner facoltoso.

http://www51.wolframalpha.com/input/?i=population+new+york+female+vs.+population+new+york+male

E siccome gli M con i lavori meno prestigiosi tenderanno a restare in campagna, ne consegue che nelle città i lavori più servili saranno invece svolti dagli F (baby-sitter, badante, cameriera, segretaria, insegnante). Impieghi che, con un po’ di buona fortuna, potranno lasciare una volta sistemati cedendo il posto ad altri candidati.

Oppure un’altra strategia consueta è quella di esporre le proprie grazie tipicamente F, per chi può permetterselo, in calendari e programmi televisivi. E quando un F è abbastanza grazioso, giovane e spigliato, non si mai, potrebbe anche realizzare il jackpot.

20 commenti:

  1. Siamo tutti F di M... ;)

    Gran bel post, complimenti!

    RispondiElimina
  2. La saggezza della consapevolezza, ovvero la vera storia della vita?... :-) Quoto la standing ovation: un post cult!

    RispondiElimina
  3. selfish gene spotted

    Certo, ma è il come viene gestito l'argomento!

    RispondiElimina
  4. Il tutto mi sembra molto orientato all'etologia di una singola specie, un po' particolare.

    Il dimorfismo sessuale invece e' ben rappresentato in tutte le specie, con strategie diversissime.

    Una costante tra le specie "intelligenti" (in cui l'etologia gioca un ruolo importante) mi sembra invece che sia una cosa descritta qui. Si tende a formare coppie stabili, ma infedeli. In questo modo F ha i vantaggi SIA di un partner facoltoso (che garantisce mezzi di sussistenza) che di un fecondatore con buon genoma (bello, prestante). Che non sono necessariamente la stessa persona, ma mi sembra in media NON lo siano in una frazione tipo 10-50%.

    Nella nostra specie, almeno 1/10 dei figli non hanno il padre "giusto" (da studi statistici sugli esami genetici)...

    RispondiElimina
  5. Certo, quasi tutte le mie conoscenze sull'argomento "evoluzione" vengono da Dawkins. Non proprio tutte...

    Gianni:
    Il dimorfismo sessuale invece e' ben rappresentato in tutte le specie, con strategie diversissime.

    Una semi-costante, però (che ammette delle eccezioni) è che l'investimento parentale più grande lo fanno di solito le femmine (ovvero sono loro che accudiscono i figli).

    RispondiElimina
  6. Bellissimo articolo!!!
    Ho scoperto da poco il tuo blog, complimenti!

    RispondiElimina
  7. Sì, la prima parte è quasi identica al discorso che fa Dawkins (ho letto "il gene egoista" da pochissimo e ce l'ho fresco). :D

    RispondiElimina
  8. così sembra che mi scriva i commenti da solo...

    RispondiElimina
  9. Quando ci vuole, ci vuole: bravissimo.

    RispondiElimina
  10. Proprio un articolo straordinario. Ma come fai?

    RispondiElimina
  11. Il messaggio si è capito: puoi anche smetterla di prendere in giro, grazie.

    RispondiElimina
  12. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  13. Erano pochi, eh? E va bene. D'altra parte il post è davvero meraviglioso. Rettifichiamo.

    WOW!

    WOW!

    WOW!

    WOW!

    WOW!

    e ancora

    WOW! WOW!! WOW!!!



    Non lo cancellare questo, però.

    RispondiElimina
  14. D'accordo. Credi che possa bastare? No, perché domani e dopodomani tanto sarò via. Sarebbe un peccato tu sprecassi tanti complimenti senza che io possa apprezzarli.

    RispondiElimina
  15. Veramente un bel post, Thomas.
    Bravissimo, scrivi veramente bene:-)

    Nella nostra specie, almeno 1/10 dei figli non hanno il padre "giusto" (da studi statistici sugli esami genetici)...


    Ti riferisci alle infedeltà?

    RispondiElimina
  16. Certo, visto l’acume estremo che certe domande fanno trasparire, si capiscono poi un po’ meglio le cause di tanto entusiastico apprezzamento. ;)

    RispondiElimina