mercoledì 13 gennaio 2010

come distinguere una Madonna vera da una finta

Il cervello in vasca non è altro che la versione aggiornata ai tempi moderni dell'argomento del demone di Cartesio (ma, volendo, anche della caverna di Platone). Cartesio, qualcuno lo ricorderà, ipotizzava che un demone onnipotente e malvagio lo distraesse in continuazione e lo facesse sbagliare in modo che, oltre alla realtà del mondo sensoriale, non potesse essere sicuro neanche delle verità matematiche e di ragione più elementari (salvo il cogito, naturalmente).

Al posto del demone, qualcuno ha ipotizzato uno scienziato pazzo che immerge il nostro cervello in una vasca di liquido amniotico per tenerlo in vita, e con dei cavi collegati a un computer potentissimo gli fa vivere delle vivide esperienze di realtà virtuale indistinguibili dalle esperienze reali (sì, è la trama del film Matrix, e non è un caso).

La domanda che alcuni filosofi si fanno è: possiamo essere sicuri di non essere cervelli in vasca, possiamo dimostrarlo? Non potrebbe essere tutta un'allucinazione? Sono un uomo che ha sognato di essere una farfalla, o sono una farfalla che sta sognando di essere un uomo? Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni? La vita è un sogno? etc. Si tratta, insomma, dell'argomento preferito dalla compagine degli scettici, che sostengono che di nulla si può mai essere veramente sicuri. Altri filosofi, invece, hanno risposto di no, che questo non è possibile. Hilary Putnam (è un uomo perché ha una elle sola nel nome) ad esempio ha una curiosa contro-argomentazione.

Se fossimo davvero cervelli in una vasca, sostiene, non potremmo pensare di essere cervelli in una vasca. Infatti, per ipotesi, nulla di ciò a cui pensiamo si riferisce davvero a quel che pensiamo si riferisca. Un cervello nella vasca, ad esempio, non vede e non pensa mai ad alberi veri, ma solo ad "alberi", a rappresentazioni di albero indotte dal computer, cioè a scariche di impulsi elettrici o insiemi di bit.

Parimenti, un cervello nella vasca non potrebbe mai attingere alla verità di "io sono un cervello nella vasca", perché impossibilitato per ipotesi a riferirsi a qualcosa che si trova al di fuori delle rappresentazioni indotte dal computer, e impossibilitato quindi a pensare a cose come cervelli e vasche "reali", ma solo ai loro simulacri. Allora il suo pensiero "io sono un cervello della vasca" è sicuramente falso (falso se non lo è, e falso anche se è davvero un cervello nella vasca).

Se non lo trovate molto convincente siete in buona compagnia, anche se l'argomento ha un suo fascino, e non è poi così facile da smontare. Ma potrebbe essere ancora più interessante, in realtà, confutare la teoria dei cervelli in vasca non da un punto di vista puramente concettuale-filosofico, come ha tentato Putnam, ma da un punto di vista fisico, basato sulla scienza ordinaria.

I cervelli in vasca, infatti, sono fisicamente impossibili, se ci si pensa bene. Nessun computer può avere una potenza di calcolo tale da simulare completamente un'esperienza sensoriale totale e interattiva. Se vogliamo far vivere a qualcuno l'esperienza di scalare il K2, è molto più semplice ed economico portarcelo, che riempire di dati un calcolatore. Non è un caso, ad esempio, che i simulatori di volo per piloti professionisti siano montati in ambienti che non si limitano a simulare le caratteristiche di un volo in aria, ma le riproducono nella realtà. Le vibrazioni che si avvertono quando si tocca la cloche sono dovute alle vibrazioni dell'ambiente della cabina dell'aereo, ricostruito in scala.

Si dirà, ma allora le allucinazioni, e i sogni? Beh, i sogni sono esperienze strane di cui è difficile parlare, ma in realtà credo che non sia poi così complicato distinguere il sogno dalla veglia. In questo momento ad esempio sono ragionevolmente certo di essere sveglio. Ci sono anche dei modi per distinguere un'allucinazione dalla realtà, e abbastanza efficaci.

Supponiamo che io ad un tratto veda la Madonna, e che questa cominci a parlarmi. Io la vedo davanti a me, sospesa per aria, e mi sta dicendo qualcosa. Siccome sono abbastanza scettico su queste cose, per me è naturale dubitare della mia esperienza, ma come faccio ad accertarmi che sono davvero pazzo, e non un prescelto? Potrei provare, ad esempio, a girarci intorno, invece che starmene fermo imbambolato. Vista da davanti è convincente, ma vediamo che aspetto ha da dietro. Oppure, mentre mi parla potrei interromperla e provare a interrogarla per vedere se è capace di sostenere una conversazione. Il vecchio trucco del test di Turing, in fondo.

- Ascolta quel che dico. Vi sarà un grande conflitto e...
- Aspetti un momento, signora, mi può dire che ore sono?
- ... In verità ti dico, in verità...
- Sì, d'accordo, ma prima mi dica quanto fa 16 x 17.
-...
- È timida? Beh, permette che la tocchi? scusi se mi permetto ma devo saggiare la consistenza delle sue carni.
-...
- Posso almeno annusarle un piede? Sa, io sono come san Tommaso...
-...
- Signora?
- ...
- Oh, è sparita. O si è offesa oppure era un'allucinazione.

Non mi risulta che nessun pastorello abbia mai provato ad interagire veramente con le sue visioni. Perché questa è una delle caratteristiche principali delle allucinazioni, e anche dei sogni: quando le vivi, sei in uno stato di completa passività e soggezione, che ti impedisce di interagire con ciò che vedi e ascolti. Facile ingannare la gente così: al cinema 3d posso avere l'illusione che i personaggi siano reali, ma solo perché non posso fare niente, posso solo assistere. Un'esperienza sensoriale totale, che coinvolga tutti i sensi, e che sia in grado di prevedere e rispondere in tempo reale agli input e le richieste generate dall'utente, è semplicemente impossibile.

Questo in realtà è anche un buon modo per distinguere i visionari dai ciarlatani. Se un pastorello dice di aver visto la Madonna, e che questa gli ha parlato, forse dice la verità. Se sostiene di averci preso un tè insieme conversando di economia, vuole solo farsi notare. Carlos Castaneda (quello di A scuola con lo stregone), ad esempio è un cazzaro. Dai, le droghe sono divertenti, ma non fanno quell'effetto lì, non ti trasformano in un lupo, o in un uccello che si mette a volteggiare sopra il tuo corpo.

Filosoficamente questa confutazione non ha nessun valore. Lo scettico non ne sarà convinto, e giustamente, perché si basa su quella stessa realtà che lo scettico mette in dubbio. Tuttavia, non abbiamo altro, quindi è anche l'unica che abbia un senso.

27 commenti:

  1. Mi sembra si possano fare MOLTE obiezioni.
    Su Putnam. Non vedo perché un "cervello in vasca" non possa immaginare aspetti reali. "Tutto quel che pensi è falso" è intrinsecamente contraddittorio, e qualcosa di vero alla fine lo devi pensare. Potrebbe funzionare se i nostri "carnefici" vogliono deliberatamente impedirci di pensare alla realta' in cui viviamo, ma devono essere davvero bravi per riuscirci.
    Sulla obiezione fisica: sicome non abbiamo accesso alla realta' esterna, possiamo solo immaginarla, non sappiamo che razza di computer i nostri carnefici abbiano, possono essere qualcosa di estremamente più potente di quanto consenta la nostra tecnologia. E non è neppure detto che le leggi della fisica siano quelle che stiamo sognando.

    Sull'allucinazione. Niente impedisce ad un'allucinazione di essere in grado di passare un test di Touring, in fondo l'intelligenza che la anima è la nostra. Ho esperienza dei "sogni lucidi", quelli in cui sai di stare sognando e agisci con un minimo di lucidità, e a parte alcuni dettagli (tipo il poter volare stile "Second life") le persone con cui interagisco si comportano in modo perfettamente ragionevole. Sono pure imprevedibili, possono darmi informazioni che "non so".

    Puoi farti dare informazioni da controllare in seguito ("Che sta facendo ora mio fratello?") ma se si rifiuta di rispondere con una scusa ragionevole (le apparizioni sono omniscienti?) siamo daccapo.

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  2. Post ambiguo, con titolo accattivante poi la Madonna latita.
    Lasciando a Buttiglione e affini gli argomenti filosofici il pastorello che vede la Madonna avrà il bollino DOC solo se questo torna utile a preti e berluschi, magari solo dopo morto.
    La Madonna del Pantano non soddisfaceva questi requisiti e quindi non vale.
    Quella di Mediugorje sì e abbiamo le prove: Paolo Brosio!

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  3. "I cervelli in vasca, infatti, sono fisicamente impossibili, se ci si pensa bene. Nessun computer può avere una potenza di calcolo tale da simulare completamente un'esperienza sensoriale totale e interattiva. Se vogliamo far vivere a qualcuno l'esperienza di scalare il K2, è molto più semplice ed economico portarcelo, che riempire di dati un calcolatore. Non è un caso, ad esempio, che i simulatori di volo per piloti professionisti siano montati in ambienti che non si limitano a simulare le caratteristiche di un volo in aria, ma le riproducono nella realtà. Le vibrazioni che si avvertono quando si tocca la cloche sono dovute alle vibrazioni dell'ambiente della cabina dell'aereo, ricostruito in scala."
    Solo perchè il genio del male ti ha convinto che un calcolatore non può raggiungere certi livelli di elaborazione. Ma credo che ti sia auto-obiettato qui:
    "Filosoficamente questa confutazione non ha nessun valore. Lo scettico non ne sarà convinto, e giustamente, perché si basa su quella stessa realtà che lo scettico mette in dubbio. Tuttavia, non abbiamo altro, quindi è anche l'unica che abbia un senso."

    Hillary Putnam invece non mi convince molto, ma devo uscire, indi ripasso ;)

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  4. Lasciando da parte la questione del "cervello in vasca" che porterebbe troppo lontano, mi concentro sul comportamento davanti alla "visione".

    Una visione è una cosa che si presume molto improvvisa nel suo manifestarsi. Questa cosa si presuma sia sconvolgente, per cui sarebbe ipotizzabile un comportamento che esula dal comportamento che terremo in una situazione "normale". Probabilmente avremmo una reazione istintiva. Faccio un esempio, io ho fatto 15 anni di judo anche in modo agonistico, nel judo si insegna a cadere, per cui se io cado so perfettamente cosa si deve fare; mi è capitato, durante uno scroscio di pioggia, di correre lungo un marciapiede e di scivolare in maniera inaspettata, bene, istintivamente, senza che elaborare alcunchè a livello conscio, ho fatto una capriola e mi sono ritrovato perfettamente in piedi con un paio di testimoni che mi guardavano sbigottiti, ma il mio è stato un gesto completamente istintivo, non ho prodotto alcun pensiero che dicesse al mio corpo di effettuare quella manovra, l'ho fatta di puro istinto. Bene, se mi capitasse una visione mariana fugace, come mi comporterei, sapendo che il mio conscio, in quel momento non si trova in condizioni standard, ma sottoposto ad una sollecitazione del tutto inaspettata? Riuscirei ad agire razionalmente?

    Cordialità

    Attila

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  5. Io come film, più che Matrix, mi viene in mente Vanilla Sky.

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  6. L'argomento di Putnam non convince neanche me, però non si basa sul "tutto quel che crede un cervello nella vasca è falso". Al contrario, la maggior parte delle sue credenze saranno vere, in quanto riferentesi ad oggetti del mondo artificiale: "io sono un cervello in vasca" è vero se e solo se io sono un *cervello*, in *vasca*, ma se sono un cervello in vasca allora non posso essere un *cervello* in *vasca*.

    Un'allucinazione può in effetti superare il test di Turing, non essendo altro che una manifestazione dell'inconscio, però l'obiettivo della conversazione è più che altro quello di sorprendere il nostro inconscio costringendolo a deviare dai binari prestabiliti, e non essere passivi nei suoi confronti, altrimenti potrebbe fregarci troppo facilmente. In fin dei conti l'inconscio è stupido, e agisce in maniera semi-meccanica. (John Nash non si faceva dettare i teoremi dai suoi fantasmi, perché non ne erano capaci).

    La cosa complicata dei sogni, invece, è che siamo noi a non essere affatto lucidi durante il sogno. Se accettiamo con tranquillità il fatto di poter volare, è chiaro che saremo pronti ad accettare tutto.

    Attila: LOL. Dev'essere stato divertente. Chiaro comunque che non è affatto facile essere razionali di fronte alla Madonna.

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  7. [...]La cosa complicata dei sogni, invece, è che siamo noi a non essere affatto lucidi durante il sogno.

    L'onironautica però ci indica che questa generalizzazione non è corretta.

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  8. http://www.youtube.com/watch?v=bxBmcvYa_iQ

    Questo questo!

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  9. senza offesa ma non presto molta attenzione a queste bislacche teorie. e anche quelle di matrix mi affascinano poco :-)
    e adesso, con permesso, vado a riprendermi il cervello dalla vasca.

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  10. Contribuisco alla discussione se vi dico che mi è capitato di fare calcoli tecnici esatti in sogno? Mi svegliavo la mattina e pensavo: eh, sì, è proprio così...

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  11. Mi capita spesso di fare ragionamenti astratti complicatissimi, ma esatti non direi, a giudicare da quei rimasugli di soliloquio che poi mi vengono riferiti dalla mia dolce consorte.

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  12. "Nessun computer può avere una potenza di calcolo tale da simulare completamente un'esperienza sensoriale totale e interattiva"
    per ora
    sven

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  13. Non credo sia una questione di tempo. Mettiamola così: è possibile realizzare una mappa della Terra in scala 1:1?

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  14. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  15. Invasione cinese - me l'ero sognata stanotte.

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  16. Primi effetti della nuova politica di Google sul filtraggio dei contenuti per gli utenti cinesi.

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  17. Un test sensato per distinguere un'allucinazione della propria mente da un'apparizione reale potrebbe essere questo: chiederle qualcosa che tu sicuramente non sai ma che puoi facilmente verificare. Per esempio, prendi una sacchatto di cose piccole, come fagioli o perline e poi chiedi: quanti fagioli (o perline ho in mano) ci sono nel sacchetto?
    Se ti risponde subito il numero esatto, che puoi verifcare contandoli, ci sono buone probabilità che sia la Madonna.
    Ma a nessun veggente è mai venuto in mente di fare un semplice test di questo tipo.

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  18. oppure si potrebbe chiederle di girare la testa come Linda Blair ne L'esorcista. O se pensa che l'azzurro possa ancora essere considerato un colore trendy. O se quel fantastico Swaroski che ha in testa si può comprare da Yoox.com. Insomma solleticare la sua vanità. Anche lei è femmina, dopotutto

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  19. Il primo post che trovo un po' sotto le righe: ateismo + superficialità + piccola dose di banalità.

    Non so dire di più ma è questa l'impressione che ho avuto leggendo questo post.

    Non mi si arrabbi il Thomas: è la prima volta su questo blog.

    Ciao.

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  20. Figurati. Anzi, se comincio a somigliare a Odifreddi ti autorizzo a spararmi.

    Comunque non è strettamente necessario essere atei per ironizzare sulle apparizioni.

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  21. No no, non volevo dire ciò. Figurati.
    E' che ho avuto questa impressione.

    Poi, circa Odifreddi, ognuno la pensa come vuole. :)

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  22. @Thomas Morton

    Mi interesserebbe il tuo punto di vista circa il tema filofico della vaghezza, incertezza ed ambiguità.
    Vorrei capirci di più: quali sono le diverse posizioni/concezioni in un contesto scientifico.

    Cosa significa informazione vaga, piuttosto che ambigua, piuttosto che incerta.

    So che questo tema ha affascinanto e "spremuto" diverse menti: Vagueness di Russel è solo un'esempio.

    Mi piacerebbe leggere un post su questo tema, firmato Thomas.

    Grazie.

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  23. se comincio a somigliare a Odifreddi ti autorizzo a spararmi.

    Se non lo fa lui, lo faccio io. ;)

    Tornando in tema, sarò io che sono un somaro ma mi sfugge un dettaglio: perché mai un cervello in una vasca non dovrebbe poter pensare di essere un cervello in vasca? Voglio dire: è chiaro che la realtà delle due nozioni "cervello" e "vasca" non gli risulterebbe dimostrabile e distinguibile dalla loro ipotetica artificialità, ma poco importa che il "cervello" sia un "cervello" e non un "gorgogliometro" e che la "vasca" sia una "vasca" e non uno "spazio metempticotico". Quel che conta è che il nostro intero mondo potrebbe essere artificiale.
    O anche, un sogno del nostro gorgogliometro.

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  24. L'argomento di Putnam è complicato anche perché presuppone una certa teoria della rappresentazione, sulla quale potrei tornare.

    @Michele: non credo di saperne abbastanza, sul tema, anche se mi hai fatto venir voglia di approfondire.

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  25. io una volta durante un sogno lucido ho provato a spegnere e accendere la luce perché lessi che se non ci sarei riuscito avrei potuto riconoscerlo... ci riuscìì

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  26. Io invece riesco quasi sempre a distiguere sogno e realtà.

    Utilissimo per rilassarsi mentre si sogna di essere inseguito da un T-Rex.

    Meno apprezzabile se il sogno è di essere inseguito da Pamela Anderson.

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  27. C'era un errore clamoroso in questo post e nessuno mi aveva avvertito (corretto il nome di Putnam)

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