Forse non voleva sporcarsi le mani. Forse aveva altro da fare, in fondo che gusto c'è ad essere dittatori se poi ti tocca presenziare a tutte le riunioni? La soluzione finale era già decisa: si doveva trovare il modo più efficace di attuarla.
Qualcuno ha letto "I volenterosi carnefici di Hitler"? Anche se un po' di parte, l'ho trovato molto ben scritto ed ottimamente documentato. Anche "IBM e l'olocausto" mi e' piaciuto, come saggio.
Dal primo: quando pensiamo all'olocausto, pensiamo alle camere a gas. Ma in effetti, pare che il grosso dei 14 milioni circa di esseri umani sterminati dai nazisti (tra cui il gruppo di gran lunga piu' numeroso sono i circa 6 milioni di ebrei) siano stati fatti fuori a colpi di baionetta, a fucilate, con le bombe a mano...
Dal secondo: la logistica dell'intera operazione e' stata accuratamente preparata ed automatizzata il piu' possibile con le migliori tecnologie disponibili al tempo.
Sommiamo le due informazioni: preparazione scientifica ed altamente tecnologica di un massacro il piu' rozzo e brutale possibile.
Qualcuno ha letto "I volenterosi carnefici di Hitler"?
Veramente sono un po' prevenuto perché ne ho sentito parlare male, e perché la tesi di fondo, a quanto ne so, è in effetti discutibile, però ben venga qualsiasi approfondimento.
Come consigli di lettura io proporrei "Gli specialisti della morte" di Richard Rhodes, che approfondisce proprio l'aspetto da te sottolineato, ovvero l'eliminazione degli ebrei prima dell'invenzione delle camere a gas tramite le "squadre speciali" nei territori occupati. Ci sono pagine molto difficili da mandare giù...
La tesi di fondo è quella dell'adesione intenzionale allo sterminio di persone che avrebbero potuto sottrarvisi, motivata dall'antisemitismo di fondo che permeava la società tedesca (ed europea continentale in genere).
E' vero che tale tesi è stata parzialmente confutata da Browning, che ha posto l'accento non sul substrato di antisemitismo radicato nella società tedesca, ma sul conformismo e sul condizionamento psicologico come causa prima dell'adesione all'eccidio da parte di uomini comuni.
Tuttavia l'opera di Golhagen è molto interessante e documentatata specialmente per quel che riguarda le prime fasi dello sterminio, quelle, appunto delle fucilazioni di massa da parte di forze di polizia ed esercito ed anche le ultime battute: le cosiddette marce della morte.
Mah, discutibile... L'ho letto alcuni anni fa, e se ricordo bene, si sostiene che per portare aventi l'olocausto non potevano bastare poche persone fanatiche, ma c'e' stato bisogno della collaborazione attiva di parecchia gente e del consenso passivo di molti.
In pratica: il grosso dei massacri nei territori occupati, prima delle camere a gas, e' stato portato avanti non dalle SS, ma da riservisti dell'esercito. Il numero di persone coinvolte attivamente non e' stato di poche migliaia , ma di svariate decine di migliaia di persone (oltre centomila?). Comunque una frazione minuscola della popolazione tedesca, ma non cosi' trascurabile in termini assoluti. Nel libro si riportano poi una serie di casi che dovrebbero dimostrare come anche la popolazione generale, se anche non era informata di tutta l'operazione, aveva comunque parecchi indizi (resoconti da parenti e conoscenti coinvolti direttamente, testimonianze dirette per abitare vicino a "teatri delle operazioni" e simili). Penso che sia proprio questa la parte piu' controversa dal libro, ed avrei bisogno di rileggerlo per rinfrescarmi la memoria.
Andando leggermente OT, io sono rimasto abbastanza di sasso quando ho scoperto (e verificato nei limiti del possibile per un non storico) che le fabbriche Ford a Colonia vennero sostanzialmente risparmiate dai bombardamenti americani. Gli abitanti di Colonia avevano capito e correvano lì durante i bombardamenti.
Altra cosa che a volte mi dà fastidio: sembra quasi che la Shoah sia una questione solo di ebrei: ma nella macchina di sterminio nazista finirono anche tanti altri. Senza pretesa di completezza: gay&lesbiche, malati mentali, oppositori politici, zingari, slavi, e soldati italiani dopo l'armistizio.
E non fu solo opera tedesca: l'antisemitismo e il razzismo erano merce comune all'epoca (a differenza di oggi?) e molti furono i Paesi più o meno collaborazionisti, dai francesi di Vichy ai polacchi, senza dimenticare i fascisti di casa nostra.
Qua a Trieste, oltre alla celebre Risiera, c'è da ricordare Villa Triste e la Banda Collotti. Attenzione se googlate, ci sono pagine stomachevoli nella descrizione dei loro metodi.
Dario, parlare di libri non letti è un po' rischioso e vorrei evitare brutte figure. Il libro magari me lo procuro, dico soltanto che mi pare forzata la tesi dell'adesione volontaria del popolo tedesco tutto allo sterminio, mentre si può sicuramente parlare, a proposito di colpe collettive, di omertà e ignavia.
Io penso che una cosa che la Storia insegna è quanto sia facile, anche per persone normali, in condizioni eccezionali trasformarsi in mostri e aguzzini. Non credo cioà che il popolo tedesco sia differente da altri popoli.
P.S. Un altro libro che consiglio, sebbene anche questo controverso e decisamente per stomaci forti, è il romanzo "Le benevole" di Jonathan Littell.
Lo è. Hai ragione quando dici che nella macchina di sterminio finirono molte categorie.
Ma l'unicità della Shoah sta nelle molteplici dimensioni, cronologiche, geografiche, quantitative e qualitative che assunse. Sta nella sistematicità. Sta nell'obiettivo: l'eliminazione totale e definitiva di qualsiasi ebreo -in quanto ebreo- non in funzione di una sua specificità individuale.
Scherzi a parte, sono anni che leggo di tutto sul nazismo e su Hitler eppure ancora non sono riuscito a capire cosa accidenti gli passasse per la testa...
Comunque a me piacerebbe che nel Giorno della Memoria nelle scuole si leggesse e si parlasse di documenti come quello che ho linkato, invece di far vedere il solito film. Non che abbia qualcosa contro Schindler's List, solo che come metodo didattico mi pare limitato, e conduce facilmente alla saturazione, quella che fa dire ai ragazzi: "che palle!". Il vero insegnamento della storia dovrebbe passare attraverso lo studio critico dei documenti. Se questi fossero più conosciuti, passerebbe anche la percezione che l'Olocausto sia uno spettacolo hollywoodiano.
Non ho letto il libro... però credo che il silenzio, il non voler sapere, il girare la testa dall'altra parte, siano ciò che ha permesso tutto questo. E in questo meccanismo di "paraocchi" rischia di cadere qualunque popolo. Specie se qualcuno lo convince che "l'altro" è il colpevole della situazione di disagio in cui si trova. Questo è il motivo per cui bisogna ricordare.
Primo. Non ho mai capito come mai a Wannsee non c'era Hitler.
RispondiEliminaForse non voleva sporcarsi le mani.
RispondiEliminaForse aveva altro da fare, in fondo che gusto c'è ad essere dittatori se poi ti tocca presenziare a tutte le riunioni? La soluzione finale era già decisa: si doveva trovare il modo più efficace di attuarla.
Qualcuno ha letto "I volenterosi carnefici di Hitler"?
RispondiEliminaAnche se un po' di parte, l'ho trovato molto ben scritto ed ottimamente documentato.
Anche "IBM e l'olocausto" mi e' piaciuto, come saggio.
Dal primo: quando pensiamo all'olocausto, pensiamo alle camere a gas. Ma in effetti, pare che il grosso dei 14 milioni circa di esseri umani sterminati dai nazisti (tra cui il gruppo di gran lunga piu' numeroso sono i circa 6 milioni di ebrei) siano stati fatti fuori a colpi di baionetta, a fucilate, con le bombe a mano...
Dal secondo: la logistica dell'intera operazione e' stata accuratamente preparata ed automatizzata il piu' possibile con le migliori tecnologie disponibili al tempo.
Sommiamo le due informazioni: preparazione scientifica ed altamente tecnologica di un massacro il piu' rozzo e brutale possibile.
Se qualcuno riesce a trovarci un po' di logica...
Qualcuno ha letto "I volenterosi carnefici di Hitler"?
RispondiEliminaVeramente sono un po' prevenuto perché ne ho sentito parlare male, e perché la tesi di fondo, a quanto ne so, è in effetti discutibile, però ben venga qualsiasi approfondimento.
Come consigli di lettura io proporrei "Gli specialisti della morte" di Richard Rhodes, che approfondisce proprio l'aspetto da te sottolineato, ovvero l'eliminazione degli ebrei prima dell'invenzione delle camere a gas tramite le "squadre speciali" nei territori occupati. Ci sono pagine molto difficili da mandare giù...
Io io...
RispondiEliminaL'ho letto anch'io...
La tesi di fondo è quella dell'adesione intenzionale allo sterminio di persone che avrebbero potuto sottrarvisi, motivata dall'antisemitismo di fondo che permeava la società tedesca (ed europea continentale in genere).
E' vero che tale tesi è stata parzialmente confutata da Browning, che ha posto l'accento non sul substrato di antisemitismo radicato nella società tedesca, ma sul conformismo e sul condizionamento psicologico come causa prima dell'adesione all'eccidio da parte di uomini comuni.
Tuttavia l'opera di Golhagen è molto interessante e documentatata specialmente per quel che riguarda le prime fasi dello sterminio, quelle, appunto delle fucilazioni di massa da parte di forze di polizia ed esercito ed anche le ultime battute: le cosiddette marce della morte.
Vale la lettura, eccome!
Mah, discutibile...
RispondiEliminaL'ho letto alcuni anni fa, e se ricordo bene, si sostiene che per portare aventi l'olocausto non potevano bastare poche persone fanatiche, ma c'e' stato bisogno della collaborazione attiva di parecchia gente e del consenso passivo di molti.
In pratica: il grosso dei massacri nei territori occupati, prima delle camere a gas, e' stato portato avanti non dalle SS, ma da riservisti dell'esercito. Il numero di persone coinvolte attivamente non e' stato di poche migliaia , ma di svariate decine di migliaia di persone (oltre centomila?).
Comunque una frazione minuscola della popolazione tedesca, ma non cosi' trascurabile in termini assoluti.
Nel libro si riportano poi una serie di casi che dovrebbero dimostrare come anche la popolazione generale, se anche non era informata di tutta l'operazione, aveva comunque parecchi indizi (resoconti da parenti e conoscenti coinvolti direttamente, testimonianze dirette per abitare vicino a "teatri delle operazioni" e simili). Penso che sia proprio questa la parte piu' controversa dal libro, ed avrei bisogno di rileggerlo per rinfrescarmi la memoria.
Andando leggermente OT, io sono rimasto abbastanza di sasso quando ho scoperto (e verificato nei limiti del possibile per un non storico) che le fabbriche Ford a Colonia vennero sostanzialmente risparmiate dai bombardamenti americani. Gli abitanti di Colonia avevano capito e correvano lì durante i bombardamenti.
RispondiEliminaAltra cosa che a volte mi dà fastidio: sembra quasi che la Shoah sia una questione solo di ebrei: ma nella macchina di sterminio nazista finirono anche tanti altri. Senza pretesa di completezza: gay&lesbiche, malati mentali, oppositori politici, zingari, slavi, e soldati italiani dopo l'armistizio.
E non fu solo opera tedesca: l'antisemitismo e il razzismo erano merce comune all'epoca (a differenza di oggi?) e molti furono i Paesi più o meno collaborazionisti, dai francesi di Vichy ai polacchi, senza dimenticare i fascisti di casa nostra.
Qua a Trieste, oltre alla celebre Risiera, c'è da ricordare Villa Triste e la Banda Collotti. Attenzione se googlate, ci sono pagine stomachevoli nella descrizione dei loro metodi.
Dario, parlare di libri non letti è un po' rischioso e vorrei evitare brutte figure. Il libro magari me lo procuro, dico soltanto che mi pare forzata la tesi dell'adesione volontaria del popolo tedesco tutto allo sterminio, mentre si può sicuramente parlare, a proposito di colpe collettive, di omertà e ignavia.
RispondiEliminaIo penso che una cosa che la Storia insegna è quanto sia facile, anche per persone normali, in condizioni eccezionali trasformarsi in mostri e aguzzini. Non credo cioà che il popolo tedesco sia differente da altri popoli.
P.S. Un altro libro che consiglio, sebbene anche questo controverso e decisamente per stomaci forti, è il romanzo "Le benevole" di Jonathan Littell.
la Shoah sia una questione solo di ebrei
RispondiEliminaLo è.
Hai ragione quando dici che nella macchina di sterminio finirono molte categorie.
Ma l'unicità della Shoah sta nelle molteplici dimensioni, cronologiche, geografiche, quantitative e qualitative che assunse.
Sta nella sistematicità.
Sta nell'obiettivo: l'eliminazione totale e definitiva di qualsiasi ebreo -in quanto ebreo- non in funzione di una sua specificità individuale.
"Le benevole" di Jonathan Littell
RispondiEliminaGià in coda di lettura, anche se un amico me l'ha descritto come "pedante".
Però, Brain, pare che i piani di Hitler a lungo termine includessero anche la totalità della popolazione slava (esigenze di "spazio vitale").
RispondiElimina"pare"... l'hai mica letto su LC? :P
RispondiEliminaScherzi a parte, sono anni che leggo di tutto sul nazismo e su Hitler eppure ancora non sono riuscito a capire cosa accidenti gli passasse per la testa...
Comunque a me piacerebbe che nel Giorno della Memoria nelle scuole si leggesse e si parlasse di documenti come quello che ho linkato, invece di far vedere il solito film. Non che abbia qualcosa contro Schindler's List, solo che come metodo didattico mi pare limitato, e conduce facilmente alla saturazione, quella che fa dire ai ragazzi: "che palle!".
RispondiEliminaIl vero insegnamento della storia dovrebbe passare attraverso lo studio critico dei documenti. Se questi fossero più conosciuti, passerebbe anche la percezione che l'Olocausto sia uno spettacolo hollywoodiano.
Imho, servono entrambe le cose.
RispondiEliminaL'emozione che danno alcune scene di schindler's list non la darà mai un documento storico.
Poi, ovviamente, bisogna approfondire il contesto.
E bisogna insegnare a distinguere: vedi l'ultima "perla" dove il luogocomunense di turno fa il solito mischia mischia di concetti diversi...
Non ho letto il libro... però credo che il silenzio, il non voler sapere, il girare la testa dall'altra parte, siano ciò che ha permesso tutto questo.
RispondiEliminaE in questo meccanismo di "paraocchi" rischia di cadere qualunque popolo. Specie se qualcuno lo convince che "l'altro" è il colpevole della situazione di disagio in cui si trova.
Questo è il motivo per cui bisogna ricordare.