
Quando il 24 aprile del 2007 vennero arrestate 6 persone (tre maestre d'asilo e un maestro che era anche autore televisivo di popolari programmi per l'infanzia, un custode, e un benzinaio cingalese), per presunte violenze e abusi commessi ai danni dei bambini di un asilo del comune di Rignano Flaminio, dando il via a uno dei più clamorosi casi giudiziari italiani degli ultimi anni, posso vantarmi di essere fra quelli che non credettero neanche per un istante alle accuse, fin dal primo giorno.
Non ci credevo perché ritenevo semplicemente impossibile che, per coincidenza, ben cinque pedofili (fra cui tre maestre donne) si trovassero a lavorare nello stesso asilo (cercando la complicità di un povero benzinaio extra-comunitario), e altrettanto impossibile che la coincidenza fosse dovuta alle manovre di una potente organizzazione internazionale pedofilo-satanista, con agganci nel sistema scolastico e politico, che era la tesi con cui si ribatteva, appunto, allo scetticismo.
Il caso inoltre mi sembrava curiosamente troppo simile a quello avvenuto negli Stati Uniti dell'asilo McMartin, sul quale avevo visto un film per la tv con James Woods, e che si era rivelato un esempio paradigmatico di isteria collettiva (basti pensare che nei racconti dei bambini venne implicato persino Chuck Norris, e che si favoleggiava di labirintici tunnel sotterranei sotto l'asilo); talmente simile che trovavo stupefacente che nessuno degli inquirenti ci avesse fatto caso e non si fosse fatto venire qualche dubbio.
Il fatto che pochi giorni dopo gli arrestati vennero rilasciati, prova del fatto che il castello accusatorio era piuttosto fragile, non mi consolò molto, in quanto sapevo che ormai la vita di quelle persone era stata irreparabilmente danneggiata. Quello che non sapevo è che si trattava solo dell'inizio, e che avrei dovuto assistere alla incredibile incapacità dei giudici di riconoscere un errore e alla diabolica ostinazione nel volere a tutti costi non scagionare degli innocenti, e che il caso si sarebbe protratto fino ai nostri giorni, non essendo ancora giunto a una conclusione. Intanto, Rignano Flaminio era anche diventata il set di vari personaggi sinistri in cerca di notorietà, come l'onnipresente avvocato Taormina.
Cercando notizie sul caso nella rete, mi imbattei in diversi siti interessanti che conducevano una battaglia a favore della presunzione d'innocenza e documentavano i vari casi di cattiva gestione della giustizia nelle accuse di abuso sessuale, denunciando un clima di caccia alle streghe che stava prendendo piede nel nostro paese.
Fra questi, mi colpì molto il blog di un tale che si firmava col nick "il Giustiziere". Era un blog strano, perché pur ricco di documentazione, invece di mantenere uno stile asettico e istituzionale faceva anche largo uso dell'arma dell'ironia e della provocazione, non esitando a criticare, talvolta anche pesantemente e in modo discutibile, persone che riteneva responsabili di condotte non etiche e non finalizzate alla ricerca della verità. Scoprii tramite quel blog che Rignano Flaminio in realtà aveva dei precedenti, che non era il primo caso di caccia alle streghe in Italia legata alla pedofilia. Scoprii anche che esistevano delle associazioni che sembravano aver avuto un certo ruolo ben preciso nell'importare in Italia l'isteria anti-pedofila, che già in America aveva mietuto le sue vittime, e i cui nomi continuavano a saltare fuori nei vari casi di presunto abuso.
Una caratteristica di queste associazioni era l'accettazione delle più becere teorie complottiste (la grande organizzazione massonico-giudaica-satanico-pedofila), forse perché avendo come scopo l'assistenza legale delle famiglie vittime di abuso, non potevano riconoscere pienamente il fatto che la quasi totalità dei casi di abuso infantile avviene in realtà all'interno delle famiglie stesse (un interessante caso di conflitto di interesse). Fu così, anche, che feci la conoscenza di Massimiliano Frassi, e del suo blog, che ha davvero poco da invidiare, come stile e qualità, anche dei commentatori, a quello di uno Straker. Le lotte e le polemiche fra il Giustiziere e Frassi mi appassionavano, come mi appassionava, e un po' mi appassiona ancora, la divertente guerra fra sciachimisti e debunker (anche se in questo caso c'è poco di divertente).
Il mio è un blog anti-complottista, si occupa di molte cose (un po' di tutto, diciamo), ma la lotta alla forma mentis complottista è sempre stata una delle sue ragioni d'essere (è nato proprio per poter meglio esprimere quello che già andavo dicendo in vari forum), eppure non si è mai occupato di Frassi (l'avrò menzionato, un paio di volte), e questo per un semplice motivo. Ho paura. Ho paura perché considero Massimiliano Frassi una persona davvero pericolosa. Perché se essere accusato di fare parte dello SMOM, oppure di essere un rettiliano, può essere divertente, non è affatto divertente essere chiamato "amico dei pedofili" o addirittura un pedofilo. Cosa che succedeva quotidianamente al Giustiziere così come a molte altre persone che avevano la sua stessa visione. Paura anche perché Frassi grazie alla sua associazione di lotta alla pedofilia (Associazione Prometeo) è un personaggio che gode di certi appoggi istituzionali: non può essere considerato, come molti complottisti, un semplice e tutto sommato innocuo psicopatico.
Però sono successe un paio di cose, negli ultimi giorni: la prima è che il blog del Giustiziere (che si chiama Stefano Zanetti, ed è un sociologo) è stato interamente oscurato dalla magistratura su richiesta di Massimiliano Frassi, con l'accusa di diffamazione. Una misura da molti ritenuta eccessiva: non si discute che la diffamazione, se avvenuta, sia un reato da punire, solo che dal blog non sono stati tolti solo i post ritenuti diffamatori, ma il giudice (che a sua volta era stato precedentemente criticato da Zanetti e che si è distinto anche per aver oscurato Pirate Bay) ha tolto a Zanetti l'intero strumento del blog in modo da impedirgli addirittura di comunicare ai suoi lettori ciò che stava avvenendo o di esprimere qualsiasi altra considerazione. Una misura che possiamo definire medioevale, oltre che inutile, visto che Zanetti ha aperto un altro blog, dove si limita a informare sulla sua vicenda giudiziaria (un resoconto della storia è anche qui).
Sono le stesse considerazioni, queste, che ha fatto un blogger assai famoso (della relativa fama di cui godono i blogger) sul sito dell'Unità, criticando appunto il provvedimento giudiziario. Blogger che da ora in poi chiameremo "coso" per motivi che saranno chiari in seguito. Coso è un professore delle medie, dettaglio non insignificante, svolge cioè un mestiere che lo mette a contatto con i bambini, e con i genitori dei bambini, e ha scritto un post dove prende le parti di Zanetti contro il provvedimento che lo ha colpito, senza neanche attaccare Frassi direttamente (tre anni fa coso aveva scritto un pezzo dove criticava il blog di Frassi puramente per questioni estetiche e di forma, che pure non sono indifferenti).
È stato coraggioso, perché sicuramente sapeva in cosa rischiava di cacciarsi, eppure credo sia lo stesso rimasto sorpreso quando, nel sito di Indymedia di Roma, è apparso un articolo anonimo dove lo si accusava, guarda un po', di essere un membro della lobby pedofila, dove veniva pubblicata una foto con "la sua lurida faccia di pedofilo", lo si minacciava, e si diceva anche in quale cittadina insegnava. Se faceste una ricerchina su Google, col suo nome e cognome, fra i primi risultati apparirebbe quell'articolo, che gli amministratori di Indymedia si sono rifiutati di togliere (e qui ci sarebbe un discorso da fare, sull'imbecillità di certi fenomeni della rete, che rimandiamo ad altra data). Un qualsiasi genitore potrebbe googlare il nome del professore di suo figlio, e leggere che è un pedofilo. Non ci vuole molto a capire che è una situazione pericolosa e delicata.
Non ho mai avuto il piacere di incontrare coso, così come non conosco Zanetti, ma è una persona che stimo molto, anche se non sono sempre in sintonia con lui (è persino un credente, per dire) e, per inciso, è il migliore fra i blogger che ci sono in Italia, il migliore dei nostri opinionisti. Ma anche se fosse un idiota che disprezzo, questo non conterebbe nulla. Io dico che non è più il momento di avere paura, e che quel pochissimo che posso fare lo devo fare, cioè parlarne. Queste cose non devono succedere.
Massimiliano Frassi è responsabile delle calunnie contro coso: anche se non le ha ordite lui, ne è il responsabile morale. Le persone come lui vanno fermate. Potrebbero essere in buona fede nella loro lotta alla pedofilia (personalmente ne dubito), ma il danno che procurano non può essere giustificato da nessuna causa.