sabato 13 giugno 2009

Carletto e la psicologia ecologica

Siccome sono un seguace di Donald Norman, al momento di mettere su casa una delle poche cose che sono riuscito a imporre, e ad avere secondo i miei desideri, è il piano cottura che si vede in foto, lì accanto a Carletto.

La sua caratteristica principale, e ciò che lo rende un ottimo piano cottura, è quella di avere i fornelli leggermente sfalsati, ovvero non disposti in file esattamente parallele. Questo facilita l’operazione di accensione dei fornelli, permettendo di individuare al volo la manopola da girare. Non più imprecazioni mattutine alla frenetica ricerca della manopola giusta.

La consueta progettazione dei piani cottura, con i fornelli disposti a quadrato, è un esempio ormai canonico di cattivo design reso famoso da Norman nel libro La caffettiera del masochista: un vero classico della divulgazione, che espone concetti e problemi della psicologia cognitiva adattandoli alla vita di tutti i giorni, e descrivendo i nostri rapporti problematici con gli oggetti.

Norman, a suo modo, è un sostenitore dell’approccio ecologico alla psicologia cognitiva, approccio secondo il quale la metafora del cervello umano quale elaboratore di dati è in parte fuorviante, perché molta informazione non ha nessun bisogno di essere immagazzinata ed elaborata, ma è già presente nell’ambiente, e pronta per essere usata. Gli oggetti, e specialmente gli oggetti fatti bene, contengono degli “inviti”, delle affordances nel gergo psicologico, che rendono molto più probabile un determinato uso rispetto ai possibili usi altenativi.

La comprensione delle affordances (che hanno avuto una certa importanza specialmente nella psicologia della percezione, con le ricerche di James Gibson) potrebbe persino aiutare a risolvere, in qualche caso, problemi di ordine sociale. All’indomani dei disordini del G8 di Genova nel 2001, qualche mente brillante fece notare che la creazione di un’ampia “zona rossa” all’interno di una città nel corso di una manifestazione, è un chiaro invito a sfondarla.

Ma al di là di questo, non c’è neanche da stupirsi che tante vetrine siano state rotte. Pensandoci bene, è una questione di affordances: non è che ci siano tante cose che a un’orda inferocita possa venire in mente di fare trovandosi di fronte a una superficie verticale fragile, liscia e trasparente. Un anno dopo, la prevista manifestazione per il Social Forum a Firenze provocò ondate di panico, con Oriana Fallaci che minacciava di incatenarsi ai monumenti per proteggerli dai barbari invasori pacifisti.

I commercianti decisero di proteggere i loro negozi coprendo le vetrine con pannelli di legno. Volendo, non sarebbe stato difficile rimuovere i pannelli e sfondarle ugualmente, solo che il tipo di materiale diverso invitava, invece, a un diverso tipo di vandalismo. Una superficie di legno è l’ideale per scriverci sopra qualche slogan anti-imperialista, con pennarelli o bombolette spray. Infatti nessuna vetrina venne rotta e la manifestazione si svolse senza incidenti, di sicuro non solo per i motivi indicati, però...

Un’altra cosa che Donald Norman approverebbe, cambiando un po’ argomento, è il porta-rotoli di carta igienica che ho comprato a Ikea qualche mese fa, qui in foto sempre accanto a Carletto (la Findus dovrebbe pagarmi per queste stronzate). Anche questo risolve un problema di design molto sentito, ovvero riduce i rischi di rimanere senza carta nel momento in cui ce n’è più bisogno.

Come spiega Norman in questo articolo (anche questo un piccolo classico), molta gente pensa di risolvere il problema semplicemente installando un porta-rotoli a due slot. Purtroppo, empiricamente la cosa non funziona, per il motivo che la maggior parte delle persone invece di attendere che finisca un rotolo prima di iniziarne un altro, tende a finirli entrambi nello stesso momento. La soluzione ideale quindi è un tipo di porta-rotoli multiplo che costringe, o più semplicemente invita, come in questo caso, a utilizzare un solo rotolo alla volta.

Un’altra cosa che nelle case di solito è poco razionale, è la disposizione degli interruttori della luce all’interno delle rispettive maschere. Io ne ho una in cucina, vicino all’angolo che dà sul corridoio, con due interruttori. In un mondo normale, ci si dovrebbe aspettare che l’interruttore più vicino al corridoio accenda la luce che è in corridoio, e l’altro quella della cucina. E infatti è così, ma solo perché io ho smontato la maschera e invertito l’ordine dei pulsanti, figuriamoci se l’elettricista ci aveva pensato. Le cose peggiorano, naturalmente, quando nella stessa maschera ci sono tre o più interruttori, costringendo il povero utente a accendere e spegnere tutte le luci di casa come un albero di Natale prima di ottenere il risultato voluto.

Ci sono tante piccole cose, che a volte possono migliorare la vita di una persona e rendere le sue giornate un po’ meno fastidiose. Alcune di queste sicuramente mi sfuggono, magari avendo la soluzione sotto il naso. In fin dei conti, anche il porta-bicchieri all’interno delle automobili è un’invenzione recente. Che un oggetto del genere corrisponda a una sentita esigenza però, lo si poteva evincere dai popolari aneddoti sull’utonto informatico che si lamentava che il porta-tazze del suo Pc era troppo fragile e si spaccava ogni volta.

16 commenti:

  1. Acuto e divertente, al solito. Chapeau.

    Ma ora, per colpa tua, passerò la nottata ad elaborare una teoria sul rapporto di molteplicità ideale tra numero di rotoli, orifizi da pulire e arti prensili per compiere l'operazione. Calculemus, diceva il buon Leibniz...

    Che siano necessari e sufficienti tre rotoli ? Possiamo scartarla subito. Come affrontare il caso del maniaco compulsivo metodico (come il sottoscritto, e ora avete un motivo in più per non invitarmi a casa vostra) che non esce dal bagno se non ha prelevato e utilizzato un ugual numero di strappi da tutti i rotoli ?
    E se vengono a trovarci i venusiani, quelli con due... ehm, cambiamo la rima, orifizi e quattro mani ? Cosa cambia ? La matematica che usano sarà quasi sicuramente isomorfa alla nostra, ma per il multirotolo di carta igienica son dolori...

    In un raro sprazzo di serietà (o durante il turno del Vero Programmatore che c'è in me ?), ho comunque pensato a questo e ovviamente agli antipatterns. Allora forse questo commento non è del tutto da buttare. ;)

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  2. Primo: Carletto è un amore =)

    Secondo: Il sito segnalato da Leibniz è illuminante!
    Corollario: c'è tutto un sottogenere di cattivo design che non tiene conto dei mancini, come me, a cominciare da quelle adorabili forbici sagomate su una mano destra, che per un mancino si trasformano in torcifalangi da Inquisizione (non sono mai riuscita a trovare forbici sagomate per mancini... complotto!)

    Terzo: il segreto per non rimanere a corto di carta igienica nei momenti "clou" è avere una finestra vasistas in bagno, che di solito si apre più facilmente con una specie di bastone con un'estremità arcuata (come quelli nei negozi di abbigliamento per raggiungere le grucce in alto), e usare appunto questo bastone per aprire l'armadietto che contiene i rotoli di riserva, "infilzarne" uno con il bastone ed avvicinarselo.
    Funziona, o, almeno, io faccio così ^^

    Terra Nova

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  3. Credo che esistano negozi che vendono articoli per mancini (oltre a quello di Ned Flanders), ma in effetti devono essere una rarità.

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  4. Ah, la caffettiera del masochista!

    Comunque alla fine torniamo sempre lì, l'ottusità mentale e la paura di fare qualcosa di diverso. Buon per te che hai trovato questo piano cottura. Io sono nella stessa fase, l'unica cosa che sono riuscito a trovare è un piano cottura che abbia almeno le manopole su un piano diverso da quello dei fuochi. Adesso pare vadano di moda i piani cottura con le manopole sullo stesso piano-livello, a due-tre centimetri dal fuoco più vicino. "Eh, non si usa più" è la frase che usa il negoziante per farti sentire un cretino, quando chiedi. Io ho preso l'ultimo piano che era in esposizone.

    Che sia un modo originale per risparmiare energia (alimentare la lavatrice con acqua calda, o installare un forno a gas, per esempio) o un modo nuovo per disporre gli interruttori, la reazione sarà sempre quella: "non si fa" "non si usa" "non funzionerà"; al limite "cosa dirà la gente" che è comunque un ottimo argomento in una società conformista come quella italiana.

    Che tristezza...

    PS gli interruttori in una casa di mia conoscenza hanno cinque tasti sulla stessa piastrina, senza alcuna logica: l'interruttore più grande accende la luce più piccola, l'interruttore in basso accende la luce in alto.

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  5. in una casa di mia conoscenza hanno cinque tasti sulla stessa piastrina, senza alcuna logica.

    Anche a casa mia, Marko... :(

    Interessante e divertente l'articolo e i suoi commenti.

    Anche se io, francamente, tutti 'sti problemi coi piani di cottura non li trovo...

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  6. @ Thomas:
    Mai trovati, almeno non quaggiù in Terronia :(
    Da un lato sarebbero cosa buona e giusta, trovare tutto l'occorrente in un solo luogo, dall'altro, non so, mi sentirei ghettizzata ^^

    (Ned Flanders è un concentrato di contraddizioni, religioso fino a sforare nel bigottismo, eppure è palestrato, iperdotato e usa la mano del demonio :D)

    Certo, non è un problema irrisolvibile, quello dei mancini, basta ripiegare sulle forbici a manici simmetrici, evitare le penne con impugnatura sagomata e sedersi sempre all'estremità sinistra di un tavolo...

    Terra Nova

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  7. @brain_use: nei cento o centoventi minuti successivi all'abbandono del letto dopo il sonno notturno il mio IQ è esprimibile con una singola cifra. Ottale.

    Sicuramente potrei scrivere un tomo sulle omeriche difficoltà di alzarsi e prepararsi un infuso di Earl Grey in quelle condizioni. I mean, potrei farlo, se non fossi totalmente in stato catatonico-demenziale.

    Per fortuna esistono i forni a microonde preprogrammabili con setup one-touch. ;-)

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  8. che forza

    io ignorante ignorantemente ignoravo l'ignoto tema della psicologia ecologia

    ora erudito erudentemente erudisco l'erudito tema della psicologia ecologica

    saluti a carletto ^__^

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  9. http://www.anythingleft-handed.com/acatalog/left_handers_essential_set.html#aS18

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  10. Accidenti, non mi ero mai resa conto della storia delle lame delle forbici O.O

    @ Marko: anche tu mancino?
    ma l'NWO (ops, SMOM) pullula di demoniaci sinistrosri (tu, AcarSterminator, Nico...)

    Terra Nova

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  11. Uhm...
    La caffettiera del masochista e' carino, ma mi sembrava un po' pletorico (al tredicesimo esempio simile, mi sono un po' stufato).
    Inoltre, ottimo nell'indicare i probremi, ma alcune soluzioni proposte mi sembravano "trovate" da architetto poco pratico tanto quanto i problemi che cercavano di risolvere (vedi le placche luci con i pulsanti e la piantina della casa).

    Molto bello il discorso del design storico e l'esempio del telefono Bell, invece.

    Ancora, circa le placche luci.
    Avete perfettamente ragione a lamentarvi della scarsa corrispondenza tra i frutti e la disposizione delle luci: in casa mia riesco ad azzeccare un'accensione al primo tentativo.
    E dire che i frutti li ho messi io...

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  12. La caffettiera del masochista e' carino, ma mi sembrava un po' pletorico (al tredicesimo esempio simile, mi sono un po' stufato).

    Se è per questo l'ultimo libro suo che ho letto, Emotional Design, mi è sembrato una sòla. Inoltre anche le sue idee sulla "domotica" e il "computer invisibile" mi sembrano eccessive. La "caffettiera" però, con i difetti che può anche avere, è un testo seminale.

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  13. Io sono ambisinistro, nel senso che scrivo da cani con qualsiasi mano. Lancio le palle con la sinistra, ma non centro comunque il canestro, scrivo con la destra ma non riesco a leggere la mia calligrafia (non hai idea di quanto mi abbia sollevato l'esistenza del carattere Edwardian Script...)

    Detto questo, non ho mai comprato nulla per mancini, però ho una cosa in comune con loro: il bisogno di comprare oggetti "strani", "rari", e l'assenza di negozi appositi. Parlo nello specifico di roba per astronomia: internet è una manna per gente come noi. Fino a dieci anni fa, comprare un oculare dovevi andare in un negozio particolare della città, ordinarlo alla cieca ad aspettare. Non sapevi esattamente quali eran i modelli disponibili, tantomeno il listino. Quell'unico negozio poi ha chiuso. Ma poi grazie al cielo è arrivato internet! Anche il negozio di Ned Flanders riesce ad essere competitivo, se ha una clientela globale.

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  14. una nota per la cronaca: il piano cottura in foto ci è costato da solo quasi quanto una cucina completa, e io mi sbaglio ugualmente meno male che col portarotoli ikea si è quasi fatto pari! la moglie di thomas che esiste e resiste ...( ma a postare sul blog del marito si sente un pò veronica)

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  15. la moglie di thomas che esiste e resiste ...( ma a postare sul blog del marito si sente un pò veronica)

    Non capisco bene l'allusione, ma qualunque cosa dica, ha sicuramente ragione. Kiss.

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  16. qualunque cosa dica, ha sicuramente ragione. Kiss.

    Fine diplomazia coniugale! ;)
    Come ti capisco. :P

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