mercoledì 15 luglio 2015

il mondo in camera da letto


I due argomenti che sono andati più in voga nelle ultime settimane sono quello della presunta o reale ideologia gender e dei diritti civili delle persone omosessuali, in particolare in relazione ai cosiddetti matrimoni gay, legittimati in tutti gli Stati Uniti grazie a una sentenza della Corte Suprema, e quello del progetto dell'Unione Europea messo in forte crisi dalle difficoltà economiche della Grecia e dalle sue scelte politiche.

Qualcuno ha suggerito che questa potrebbe essere l'occasione per leggere o rileggere quel magnifico libro che è Middlesex di Jeffrey Eugenides, storia di un ermafrodita di origine greca nello sfondo di un'America attraversata dalle tensioni razziali, ma la fantasia dei commentatori non si è fermata qui, e in alcuni casi ha voluto vedere connessioni più profonde tra i due argomenti. Mi hanno colpito ad esempio alcuni post su Facebook del 'filosofo' Diego Fusaro (scusate gli apici, ma è davvero più forte di me) che dapprima ha mostrato poca simpatia per la causa dei diritti civili, e poi l'ha messa esplicitamente in contrasto con la lotta per la liberazione del popolo greco dal dominio del capitale e delle banche. Ovvero: quelli che vanno di moda oggi sono i diritti di persone già privilegiate, e tutto ciò non serve ad altro che a nascondere i veri rapporti di potere, quelli economici, lo sfruttamento del povero da parte del ricco.


È un ragionamento a prima vista alquanto bizzarro, sembrerebbe un tipico esempio di 'benaltrismo': "certo, è una vergogna che si discriminino certe categorie, ma allora le foibe? e i marò?" eppure un senso ci potrebbe essere, potrebbe davvero esserci un nesso tra i due argomenti. Il fatto è che io credo che, tutto sommato, Diego Fusaro abbia ragione, per quanto non condivida le sue scelte. Se facciamo una scelta per i diritti civili, per la libertà di ciascuno di vivere la vita che vuole, di andare a letto con chi vuole e nel modo che vuole, non possiamo tirarci indietro di fronte alle libertà economiche. La questione in fondo è sempre una sola: una collettività può imporre i suoi valori, i suoi interessi in quanto comunità, alle scelte dei singoli? può lasciare liberi i suoi cittadini di divorziare ma deve imporre il suo volere per quanto riguarda la gestione di un patrimonio privato, di un bene da scambiare, di un'impresa da condurre? E in base a quale principio?

Una mia amica pochi giorni fa mi ha detto che "il mondo non comincia e non finisce in camera da letto". È vero, ma forse da quello che è permesso fare in camera da letto si può misurare il grado di civiltà di un paese anche per quanto riguarda gli altri aspetti. Se vogliamo trovare correlazioni fra l'attuale crisi geopolitica e la questione dei diritti civili, potremmo sospettare non essere un caso che gli unici due paesi dell'Europa occidentale che non hanno ancora una legge che regoli le unioni omosessuali siano proprio i due paesi più esposti al debito pubblico, cioè Italia e Grecia. È vero che in America puoi avere problemi se hai deciso di non sottoscrivere un'assicurazione sanitaria, non essendo obbligatoria. In Russia due uomini non possono nemmeno passeggiare per strada tenendosi per mano senza finire aggrediti però nonostante le riforme post sovietiche le prestazioni sanitarie sono ancora in gran parte gratuite. Ognuno faccia la propria scelta (ma potrebbe aiutare sapere che in Russia l'età media è fra le più basse in Europa e la mortalità per malattie cardiovascolari tre volte più alta che negli Stati Uniti).

L'altro pensierino a commento dell'attualità è che come al solito i 'filosofi' incolpano l'economia e le leggi del mercato di cancellare le scelte politiche compiute dai popoli. Peccato che a ben vedere, e come emerge sempre più chiaramente, le decisioni che sono state prese in questi giorni hanno davvero poco a che vedere con l'economia in senso stretto e molto con la politica. Un'uscita incontrollata della Grecia dall'Euro non sarebbe stata nell'interesse di nessuna delle parti coinvolte, nemmeno delle banche tedesche. Così come persino il Fondo Monetario Internazionale ha avvertito che una ristrutturazione del debito è inevitabile, se analizziamo freddamente i numeri. Gli interessi delle banche tedesche, però, sono stati schiacciati dai calcoli puramente elettorali dei politici che guidano la Germania. Così come il principio di realtà è stato obliterato in nome della volontà popolare nel momento in cui si è deciso di fare un assurdo referendum che avrebbe dovuto avere il magico effetto di annullare gli interessi dei creditori oltre che la volontà popolare di altri 18 paesi. Politica, politica, sempre politica. Credetemi, se lasciassimo che fosse solo l'economia a guidare le scelte collettive (ovvero se non ci fosse nessuno a prenderle) saremmo più liberi e più felici.

(questo post dovrebbe rispondere in parte anche alla domanda che mi poneva sempre la stessa amica di prima, ovvero quale idea ultima di società ho mente)