mercoledì 26 novembre 2008

la scelta di Annapurna

Da Lo sviluppo è libertà di Amartya Sen, liberamente tradotto da me:

Annapurna vuole che qualcuno pulisca e sistemi il giardino, che ha sofferto per la passata incuria, e tre lavoratori disoccupati si offrono per l'impiego: Dinu, Bishanno, e Rogini. Può assumere uno qualsiasi dei tre, ma il lavoro è indivisibile e non può essere spartito. Ognuno di loro, inoltre, farebbe il lavoro altrettanto bene degli altri due e allo stesso prezzo, ma siccome Annapurna è una persona sensibile, si chiede a chi sarebbe giusto assegnarlo.
Viene a sapere che, mentre tutti sono poveri in qualche misura, Dinu è il pù povero del trio, come ciascuno riconosce, e questo rende Annapurna incline ad assumere lui ("Cosa può esserci di più giusto che aiutare il più povero?").
Viene a sapere anche, però, che Bishanno ha recentemente sofferto un tracollo finanziario e che è il più insoddisfatto riguardo alla propria situazione (mentre Dinu e Rogini sono abituati al loro stato di miseria). Ciascuno riconosce che Bishanno è il più infelice e che quindi riceverebbe il maggiore beneficio psicologico dall'assunzione, e questo rende Annapurna incline anche ad assumere lui ("rimuovere l'infelicità è la cosa più importante").
Ma ad Annapurna viene anche detto che Rogini soffre di una malattia cronica (stoicamente sopportata) e che potrebbe usare il denaro guadagnato per liberarare se stessa da un terribile male. Nessuno dice che sia la più povera del gruppo, e neanche la più infelice, visto che convive piuttosto serenamente con la propria disabilità, abituata com'è ad una vita di privazioni (viene da una famiglia povera ed è stata educata, in quanto giovane donna, a non nutrire vane ambizioni). Annapurna si chiede però se non sia più giusto dare il lavoro a lei ("farebbe la maggiore differenza rispetto alla qualità della vita").

Al posto di Annapurna, noi cosa faremmo? A cosa daremmo la priorità? Al fatto nudo e crudo del reddito, all'infelicità soggettiva (misurata magari con un rilevatore di endorfine), oppure alla qualità della vita misurata con parametri oggettivi?
La risposta a questa domanda, ovviamente, presuppone diverse concezioni del benessere, e anche dell'intervento politico volto ad aumentare il benessere. Qual è il compito del governo: renderci più ricchi, più felici, o più liberi?

6 commenti:

  1. Forse alla terza, alla "Qualità della Vita".
    Ma è un bel dilemma.

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  2. Eh no!
    A quest'ora, dilemmi etico morali no...
    Ci penso domani. ;-)

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  3. Da manager cinico e realista calcolerei la probabilità di turnover sul medio/lungo periodo, in sintesi:

    Punto:Nessuno dei 3 ha le conoscenze adatte o capacità particolari per il compito, per cui si deduce che l'opera primaria si presume dovrebbe richiedere un tempo di realizzazione piuttosto lungo.
    Punto secondo: l'opera una volta ultimata avrà bisogno di manutenzione costante, per cui il soggetto che ha completato lopera, in virtù del punto, 1 ha acquisito una conoscenza sul campo difficilmente assimilabile da altri soggetti
    Punto terzo: la fidelizzazione del lavoratore. Il lavoratore che ha subito un tracollo finanziario, una volta rimessosi in sesto, tramite l'opera primaria, cercherà un lavoro più remunerativo, con dispersione di conoscenza. Il lavoratore con handicap fisico, una volta superato, tramite i proventi derivanti dall'opera primaria, questo suo stato, cercherà un lavoro che più si confà alle sue capacità, minate dalla precedente malattia. Il lavoratore economicamente disagiato, una volta imparato il mestiere e con la certezza di un flusso di cassa continuo dato dai lavori di manutenzione all'opera primaria, sarà più difficilmente portato ad allontanarsi, portando una minore dispersione del know how pagato dalla committente durante l'opera primaria.

    Per cui io suggerirei al CdA di Anapurna l'assunzione del lavoratore denominato Dinu, dopo elaborata esposizione in power point, che fa molta figura e tanta fuffa.

    Scusate, ma non riesco a pensare "eticamente"... ho il relè del cervello che non funziona in questi casi...

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  4. Attila, sei un squalo, ma a parte questo ottima analisi. ;-)

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  5. Il primo istinto sarebbe quello di lanciare una monetina con tre facce.

    Ok, non ci sono.

    Comunque di lasciar scegliere al caso.

    Dato che il tuo post, in realta', e' una metafora per lo Stato, pero', credo che ci sia un altro modo di uscire dal dilemma.
    Stanotte ci penso e domani vedremo.

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  6. Penso che posterò la "soluzione" di Amartya Sen, che mi sembra abbastanza condivisibile.

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